L’esame di stato di Terza Media alla fine del primo ciclo di istruzione rappresenta un momento simbolico importante per tutti gli studenti: è il primo esame che si trovano ad affrontare e rappresenta il passaggio verso il secondo ciclo di istruzione. Anche se la commissione è formata dai professori che hanno seguito gli studenti durante l’anno scolastico rimane un rito di passaggio importante e spesso studenti e famiglie sono in ansia per l’esito dell’esame. La struttura dell’esame di stato è piuttosto corposa: gli studenti affrontano una prova scritta di italiano, una prova di matematica, una di inglese e una di seconda lingua (francese, tedesco o spagnolo) e una prova orale. Queste sono le prove predisposte dalle commissioni interne alla scuola. Infine gli studenti di terza media il 16 giugno affronteranno la prova scritta a carattere nazionale Invalsi, uguale per tutti gli studenti italiani. Dal 2008 la prova nazionale Invalsi è inserita nell’esame di stato.
In genere è proprio la prova Invalsi che genera ansia nei genitori, nei ragazzi e a volte anche nei docenti, proprio perché è una prova esterna e standardizzata, cioè uguale per tutti.
La prova nazionale Invalsi è costituita da due prove: una di italiano e una di matematica. La parte di italiano riguarda la capacità di comprendere un testo scritto ed è costituita, in genere, da due testi (un testo narrativo e uno espositivo) e da 10 domande di grammatica. La parte di matematica è in genere formata da circa 30 domande suddivise nei quattro ambiti collegati alle Indicazioni nazionali 2012 (Numeri, Spazio e figure, Relazioni e funzioni e Dati e previsioni).
Nel 2015 la prova nazionale Invalsi di italiano presentava due testi, uno tratto da Letture del medico di Luigi Santucci dal titolo Lo sconosciuto, e uno tratto da Stagioni di Mario Rigoni Stern e le domande andavano da richieste di informazioni semplici direttamente reperibili nel testo a inferenze più complesse, come ad esempio ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti. Ad esempio la prima domanda sul testo di Santucci era “Chi è lo sconosciuto che dà il titolo al racconto?”. Per rispondere correttamente lo studente doveva considerare il testo da un punto di vista globale, integrando fra loro più informazioni e concetti. In particolare collegare tre elementi del testo: il titolo; la teoria sugli “sconosciuti” esposta nell’ultima parte; il ruolo svolto nella vicenda dal tassista. Come si vede questa tipologia di domanda è ben lontana dall’idea di quiz che spesso viene erroneamente attribuita alle prove Invalsi.
Per la prova di matematica accanto a domande più legate a conoscenze scolastiche e alle prassi didattiche sono presenti alcune domande che richiedono una riflessione maggiore. Si tratta in genere di domande aperte, cioè non si deve scegliere fra opzioni diverse e si deve spiegare come si è arrivati al risultato o giustificare una scelta.
Una diversa fonte di preoccupazione per studenti e famiglie è il peso della prova nazionale sul voto d’esame. La prova nazionale (italiano e matematica insieme) pesa per un settimo sul voto finale, cioè per il 14,2%, inoltre la griglia di attribuzione del voto è strutturata in modo tale che è impossibile essere bocciati anche se si prende il voto minimo (4) alla prova nazionale, purché si sia presa la sufficienza nelle altre prove.
Immaginiamo per assurdo che uno studente quel giorno sia così agitato e in difficoltà da non riuscire a rispondere a nessuna delle domande delle due prove e che quindi prenda 4 nella prova nazionale; se le altre prove sono sufficienti e visto che è stato ammesso all’esame almeno con il 6, avremo sei prove (cinque prove più il voto di ammissione) con il voto 6 e la prova nazionale con il voto minimo (4) per un totale di 40, che diviso sette (numero di prove sostenute) dà 5,71. In questo caso il voto finale d’esame dello studente sarà 6. Dall’altro versante uno studente molto bravo potrebbe non riuscire a prendere 10 come voto finale se non prendesse almeno 7 nella prova nazionale, ma in questo caso ci si dovrebbe interrogare se questo studente è davvero uno studente da 10 se in una prova di comprensione del testo e di matematica non riesce a prendere almeno 7 come voto complessivo.
Infine un’ultima riflessione. Perché la prova nazionale all’interno dell’esame di stato? Diverse sono le opinioni e le critiche a questo proposito. L’informazione che una prova standardizzata fornisce al sistema scolastico potrebbe anche essere acquisita se la prova fosse al di fuori dell’esame di stato, così come succede per le altre prove Invalsi. Tuttavia non bisogna nascondersi dietro false ipocrisie. Nel 2008, quando la prova nazionale Invalsi è stata introdotta, inserirla nell’esame di stato è stata una maniera per renderla obbligatoria. Ritengo che sia un diritto degli studenti prima di tutto e delle loro famiglie conoscere il proprio livello di preparazione su alcune competenze di base, riconosciute a livello internazionale, come la comprensione di un testo e le competenze matematiche descritte nelle Indicazioni nazionali. Se la prova nazionale fosse fuori dall’esame di stato, siamo sicuri che questo sarebbe un diritto garantito a tutti?
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A questo link è possibile trovare la Prova Nazionale di italiano e matematica del 2015 https://invalsi-areaprove.cineca.it/index.php?form=precedenti_strumenti
A questo link si trova la griglia di attribuzione del voto della Prova Nazionale del 2015 https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/attach/Attribuzione_Voto_PN2015.pdf