La scelta di inserire un brano di Umberto Eco come oggetto dell’analisi del testo di una delle prove del tema di italiano per la Maturità 2016 non è stata vista di buon occhio da tutti. Ciò per diversi ordini di ragioni. In primis, l’illustre scrittore italiano aveva chiesto di non parlare di lui per 10 anni (ricordiamo che Eco è morto lo scorso mese di febbraio) e, subordinatamente, per il fatto che nel nostro sistema scolastico è molto difficile che al termine del 5° anno di studi si arrivi proprio a studiare Eco. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, Giorgio Nisini, scrittore e professore di letteratura italiana, ha detto: “Una bella scelta. Molto attesa, per la scomparsa recente. Ma per nulla scontata, visto che di recente all’esame di Stato sono sempre stati privilegiati i classici del Novecento e stavolta andiamo su un autore estremamente attuale. La scelta del Ministero è sicuramente interessante e innovativa, ma anche paradossale: la letteratura contemporanea è quella meno studiata alle superiori, quasi nessuna classe arriva a leggere Eco. Gli studenti potrebbero non avere gli strumenti giusti per affrontarlo”. Stesse perplessità anche su Twitter, dove c’è chi ritiene la prova troppo complessa per gli studenti e chi, invece, avrebbe preferito fosse rispettato in toto il desiderio di Eco di non essere contemplato in ‘occasioni pubbliche’ per almeno un decennio.
Un brano di Uberto Eco è l’oggetto dell’analisi del testo sottoposta per la prima prova della Maturità 2016 agli studenti che la stanno sostenendo proprio in queste ore. Dopo i rumors che davano già Eco tra i favoriti, è arrivata la conferma ufficiale dopo meno di un’ora dall’apertura del plico. La scelta fa molto discutere gli esperti del settore, che hanno avanzato una domanda ben precisa riguardo alla presenza dello scrittore semiologo morto appena qualche mese fa: cosa direbbe Umberto? Eco, infatti, aveva chiesto, poco prima di morire, di non essere celebrato in nessun modo per almeno 10 anni dalla sua scomparsa. Pare, infatti, che avesse fatto espressa richiesta ai suoi collaboratori di non promuovere né autorizzare convegni su di lui prima dello scadere del tempo indicato. Non avrebbe di certo immaginato di entrare a far parte nella rosa delle tracce della Maturità lo stesso anno in cui avrebbe lasciato questa terra. E’ proprio per questo motivo che, su Twitter, si sta diffondendo a macchia d’olio una battuta che recita così: “Non fate quella traccia per amor suo, metterebbe a tutti zero”. Chissà quanti studenti hanno seguito effettivamente il consiglio.
Fra le tracce proposte ai maturandi impegnati stamattina con la prima prova di italiano della Maturità 2016 c’è anche Umberto Eco, lo scrittore scomparso lo scorso 19 febbraio a 84 anni. Di solito le previsioni della vigilia degli studenti sugli argomenti scelti dal Miur vengono smentite. Questa volta, per quanto riguarda Eco, sembra invece che i ragazzi abbiano azzeccato il toto – tema. Per l’analisi del testo gli studenti si devono infatti confrontare con uno dei brani appartenenti all’opera “Sulla letteratura” dello scrittore e filosofo. Su Skuola.net Umberto Eco era tra i nomi degli autori papabili per una delle tracce della Maturità 2016: l’autore era tra i favoriti degli studenti che quindi non dovrebbe essere stati colti di sorpresa stamattina alla lettura delle tracce inviate dal ministero dell’Istruzione. Al momento però ci si chiede se questa scelta del Miur sia stata celebrativa o meno. La morte di Eco è avvenuta infatti pochi mesi fa quando si presume che le tracce fossero già in lavorazione: dunque lo scrittore sarebbe stato in ogni caso uno degli autori proposti per la Maturità 2016?
E’ Umberto Eco l’autore che gli studenti della Maturità 2016 dovranno analizzare nella giornata di oggi dedicata alla prima prova di italiano. Umberto Eco è nato ad Alessandria, il 5 gennaio 1932 e la sua morte è avvenuta recentemente (a Milano, il 19 febbraio 2016). Figlio di Rita Bisio e Giulio Eco, si è diplomato al liceo classico “Giovanni Plana di Alessandria. Da giovane ha preso parte alla GIAC (l’allora Azione Cattolica dei Giovani), per poi ricredersi sull’esistenza di Dio dopo aver iniziato a studiare Tommaso d’Aquino. Si è laureato nel 1954 in filosofia all’Università di Torino, svolgendo una tesi sull’estetica di San Tommaso d’Aquino. Nel 1954 ha partecipato e vinto un un concorso come telecronista Rai, ma la permanenza in tv è stata relativamente breve. L’esperienza televisiva gli ha permesso di circondarsi di amicizie appartenenti al Gruppo 63, fonte di ispirazione per molti suoi scritti. Nel periodo compreso tra il 1959 e il 1975 è stato condirettore generale della casa editrice Bompiani. Nel 1961, intanto, ha iniziato la sua carriera nell’ambito universitario in diversi atenei italiani: da Milano a Firenze, passando per Torino, fino ad arrivare a Bologna, dove gli è stata affidata la cattedra di Semiotica in qualità di professore ordinario. Presso lo stesso ateneo, Eco è stato direttore dell’Istituto di Comunicazione e Spettacolo del DAMS e ha avviato il corso di Scienze della comunicazione. Negli stessi anni si dedica costantemente alla semiologia con il suo lavoro “Opera aperta”, testo fondamentale per comprendere l’evoluzione della scienza. La sua fama di docente lo ha portato anche all’estero, alla New York University, a Yale, Harvard, Cambridge e Oxford. Nel 2007 si è ritirato per limiti di età. La sua carriera universitaria gli ha fatto guadagnare numerosi onorificenze e riconoscimenti dalle scuole di tutto il mondo. Nel 1989 è diventato presidente dell’International Center for Semiotic and Cognitive Studies e, nel 1994, dell’Association for Semiotic Studies. Nel 1999 è diventato preside della Scuola superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Ha collaborato con l’Unesco, ha contribuito all’allestimento della Triennale di Milano e dell’Expo 1967 di Montreal. La sua attività di letterato si è spesso sposata con quella di giornalista, attraverso la pubblicazione di articoli e saggi su diversi quotidiani e settimanali a livello nazionale.
L’esordio letterario di Umberto Eco è avvenuto nel 1980 nel campo della narrativa. Il suo primo romanzo, che è anche il più famoso, è Il nome della rosa. Il libro è diventato subito un best seller, è stato tradotto in 47 lingue e sono state vendute trenta milioni di copie. Nel 1988 è stato pubblicato il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, di genere satirico. Seguono altri romanzi, l’ultimo dei quali pubblicato nel 2015, tutti editi da Bompiani. Contemporaneamente, Umberto Eco si è dedicato anche agli studi teorici sulla narrativa. Ne sono esempio le opere Il superuomo di massa, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Lector in fabula e Sulla letteratura. Mentre viene nominato “guest curato” del Louvre, nel 2009, è stato pubblicato Vertigine della lista, diffuso in 14 paesi in tutto il mondo. Nel 2011, sempre la Bompiani, ha pubblicato la raccolta di saggi riguardanti i vari interessi di Eco intitolata Costruire il nemico e altri scritti occasionali. Nel 2012 lo scrittore è tornato a mettere le mani su Il nome della rosa, pubblicando una versione riveduta e corretta del romanzo, con tanto di nota finale firmata dallo stesso autore. Lo stile è sempre lo stesso, ma l’obiettivo dell’intervento era quello di eliminare ripetizioni ed errori e di migliorare le citazioni latine.
I maturandi che in queste ore stanno sostenendo la prima prova della Maturità 2016 dovranno analizzare, per la Tipologia A del tema di italiano, uno dei brani appartenenti all’opera “Sulla letteratura” di Umberto Eco. La collezione, pubblicata nel 2002, raccoglie una serie di scritti teorici sulla letteratura prodotti tra il 1990 e il 2002. Soltanto “Le sporcizie della forma” e “Il mito americano di tre generazioni antiamericane” sono meno recenti: la prima del 1954, la seconda del 1980. I saggi sono stati scritti per diverse occasioni, dalle conferenze alle presentazioni di libri, dalle ricorrenze agli incontri intellettuali. Sono tutti accomunati, comunque, dal tema centrale, che è la letteratura e la teoria che si trova alla base di essa.