Luciano Canfora, uno dei massimi grecisti viventi, promuove a pieni voti la scelta del brano di greco assegnato oggi agli studenti del liceo classico per la seconda prova scritta dell’esame di stato 2016. Si trattava dei paragrafi 34-36 dell’orazione “Sulla Pace” del retore ateniese Isocrate, vissuto nel IV secolo. Un brano suscettibile, e  non è un caso, di molti riferimenti all’attualità, innanzitutto quelli che riguardano la classe politica. “La scelta di un brano di Isocrate – ha detto Canfora intervistato da repubblica.it – è stata molto saggia soprattutto perché è il prosatore più regolare e prevedibile della Grecia classica. Il suo contenuto è interessante sul piano ideologico e sul piano fattuale. Isocrate ha inventato un genere letterario: il pamphlet nutrito di esemplificazione storica. Il brano scelto scelto sulla pace riguarda la crisi del secondo impero ateniese e Isocrate individua giustamente nel pessimo livello del ceto politico la causa fondamentale della sconfitta”. 



Facile o difficile? Il brano di greco proposto agli studenti del classico in questa maturità 2016 ha avuto un autore d’eccezione, il retore ateniese Isocrate. Un brano dalla struttura chiara, anche se con periodi lunghi, soprattutto l’ultimo, ma priva di trappole o di passaggi insormontabili – anche se qualche insidia c’era. Potrebbero essere stati facilitati gli studenti abituati a non concentrarsi subito sui dettagli  morfologici, ma ad esaminare in prima istanza la struttura complessiva del testo proposto, per stabilire bene il tema affrontato e individuare nessi e relazioni all’interno del discorso di Isocrate. Si diceva è seguito seguito da serie di participi con funzione predicativa; al primo, lungo periodo ne seguono due più brevi, ma dalla sintattica complessa. Poi viene l’ultimo periodo, per costruzione il più lontano dalla sensibilità contemporanea e quindi più difficile da decifrare. Ricco di subordinate e cambi di soggetto, avrà dato a molti filo da torcere. Il titolo assegnato dal Miur “Vivere secondo giustizia non è solo corretto, ma anche conveniente per il presente e per il futuro” poteva aiutare molto i maturandi; più “pericolosa” – si fa per dire – l’introduzione iniziale, perché poteva instillare la tentazione di far quadrare la grammatica con il significato dell’italiano. 



Brano di “pace” per un grande retore: Isocrate, l’autore della versione di greco per la seconda prova di maturità 2016 ha fatto sobbalzare sulla sedia mezzo milione di maturandi. Un autore considerato abbastanza semplice anche se porta con sé il problema e il rischio dell’ignoranza: ci spieghiamo, non nel senso di insulto, ma nel senso che un autore del genero è raro che venga affrontato ampiamente nell’ultimo anno di letteratura greca, con altri autori ben più noti e importanti su cui vengono fatte varie versioni di prova e simulazioni. Resta comunque Isocrate un autore non difficilissimo da tradurre – come potete trovare nel link qui sotto con la nostra traduzione – ma con appunto l’unica difficoltà che riguarda la “mancanza” dalle prove di maturità da un bel po’ di anni. La versione di greco con brano di Isocrate mancava dal lontano 1958, un tempo lunghissimo che può dare la dimensione dell’aspettativa, piuttosto bassa, per l’uscita di questo retore ateniese. E voi, ve lo aspettavate? Speriamo che la tranquillità vi abbia pervaso, così sarete di per certo riusciti ad affrontare con calma una prova comunque alla portata dei maturandi 2016.



Isocrate e l’orazione “Sulla Pace”, di questo parla e tratta la versione di greco per l’esame di Maturità 2016: tra i vari esperti di Classico e lingua greca è una gara a complimentarsi con la fortuna degli studenti per aver trovato un autore relativamente semplice e con la retorica importante senza essere “baroccheggiante”. Tutt’altro che semplice invece riuscire a trovar min rete una traduzione competente e corretta dell’orazione “Sulla Pace”: nei primi minuti si sono fatti a gara vari siti con traduzioni improbabili e con pezzi monchi. Col passare del tempo l’abilità dei traduttori si è affinata e si è arrivati ad una soluzione condivisa e finale. Probabilmente il Miur ha cercato apposta un testo poco trovabile sul web proprio per evitare ai ragazzi affezionati alla tecnologia di poter copiare anche durante la prova d’esame per la Maturità 2016. Ecco il commento che precedeva il testo integrale del brano di Isocrate, scelto direttamente dal Miur: «Isocrate esorta i suoi concittadini a non cadere nella trappola dell’ingiustizia: chi viola le norme si illude di trarne un vantaggio immediato, ma alla lunga finisce in rovina. I comportamenti rispettosi della virtù, non solo sono il fondamento di una vita sociale eticamente corretta, ma portano vantaggi indubbi anche sul piano politico ed economico».

Isocrate è l’autore della versione di greco per la seconda prova alla Maturità 2016, in corso da ora fino alle 12.30: un autore considerato da molti abbastanza abbordabile, rispetto a “mostri” di traduzione come Tucidide o Aristotele. Il brano selezionato dal Miur tratta nello specifico di una orazione “sulla pace” compiuta nel 355 a.C dal retore ateniese in cui avvertiva in maniera illuminante, tramite la forma dell’esortazione, gli Ateniesi stessi a deporre le ambizioni e progetti imperialistici di offrite alla crescente egemonia macedone. Nel periodo di rivolte tra le varie città greche per poter combattere lo strapotere della Macedonia, il retore ed educatore Isocrate invita i suoi concittadini a mettere tregua alla guerra con i loro alleati, abbassare i sogni di egemonia e sopratutto prepararsi allo scontro con la Macedonia che sia il meno “dannoso” possibile. Il titolo scelto per l’orazione “Sulla Pace” è stato il seguente, che i maturandi hanno trovato sul loro foglio: «Vivere secondo giustizia non solo è corretto, ma anche conveniente per il presente e per il futuro». A breve saranno disponibili traduzioni e commenti per questa seconda prova di Greco al Liceo Classico.

E alla fine è Isocrate l’autore tanto atteso nella seconda prova di Maturità 2016, per la versione di greco: subito pochi minuti dopo l’inizio degli esami di stato parte seconda è uscito il nome dell’importante retore greco vissuto tra il 436 a.C e il 338 a.C. Non un autore impossibile, dicono gli esperti, e tra l’altro inserito nella terna di precisione proposta dal Sussidiario (Plutarco, Platone e appunto Isocrate). Il brano che gli studenti della seconda prova di greco stanno affrontando è il Sulla Pace di Isocrate, un testo discusso dagli storici e dalla grande maestria retorica. Ma vediamo nel dettaglio l’abilità specifica di questo grande autore greco: Isocrate è un retore ateniese famoso per le sue lezioni di retorica che formeranno i membri della nuova classe dirigente. Nato in una famiglia agiata, Isocrate segue lezioni con i più grandi sofisti greci, come Gorgia e Prodico. La sua inclinazione è sempre quella del pedagogo e del filosofo piuttosto che del retore, nonostante le 21 orazioni che gli sono state attribuite. Nel 390 a.C. apre una sua scuola, la cui linea di pensiero non è molto diversa da quella di Platone. Isocrate, infatti, ammira Socrate, ritiene che l’educazione di base sia quella dell’etica sociale, non ha fiducia nella democrazia ateniese e programma di insegnare la filosofia. Convinto che ad Atene spetti un ruolo importante nella storia della Grecia, promuove una politica panellenica basata sulla collaborazione delle diverse polis, tutte guidate da Atene. Alla stessa città spetta il compito di educare la nuova classe dirigente. La produzione scritta di Isocrate comprende 60 titoli di orazioni, di cui la metà è spuria. I testi che sopravvivono, però, sono soltanto 21, di cui 6 sono giudiziarie, 14 epidittiche e uno scritto è considerato spurio.

Ma chi è questo retore ateniese di affascinante interesse per educazione e stile retorico? L’autore della seconda prova di greco, la temuta versione, è Isocrate, figlio di Teodoro del demo di Erchia, è stato un retore della spendente Atene, uno dei maggiori maestri di retorica ed educatore degli individui che formavano la classe dirigente nell’antica Grecia. Isocrate ricevette a sua volta una educazione ferrea, seguendo le varie lezioni dei sofisti Prodico e Gorgia, prima logografo per esigenze di famiglia indebitata e poi pedagogo di grande spessore, impegnato nella formazione culturale del cittadino di livello elevato. Da molti considerato un filosofo di primo livello, rinnegò per questo motivo il titolo di “retore” anche se per quello è rimasto famoso nel corso della storia della letteratura greca. Testi importanti, con i nostri ragazzi che sono appunto al lavoro su tali temi nella versione, con tematiche tra lo splendore di Pericle e l’ascesa di Filippo II di Macedonia. Se Platone fondò l’Accademia, Isocrate non volle essere da meno e formò anche lui una scuola di insegnamento e retorica con cinque cardini irrinunciabili. Educazione base dell’etica sociale, ammirazione per Socrate e odio per i Sofisti; sfiducia nella democrazia di Atene; interesse per la forma scritta e lo stile aulico; filosofia e proposta di idee come pane quotidiano.

Ecco la traduzione integrale in italiano del brano “Sulla pace” di Isocrate, paragrafi 34-35-36, della seconda prova di Maturità 2016: il brano è stato tradotto da i colleghi de “Il Post”.

 

Osservo che le persone che scelgono l’ingiustizia e ritengono che la cosa più preferibile in assoluto sia impossessarsi di una cosa che appartiene ad altri, soffrono allo stesso modo di quelli che vengono presi all’amo fra gli animali; sulle prime godono di quello che hanno ottenuto, ma poco dopo si ritrovano in gravissimi guai; (osservo) invece che gli uomini che vivono con onestà e giustizia veleggiano con sicurezza attraverso il presente e allo stesso tempo mantengono felici aspettative per il futuro. E seppure non vada così in tutti i casi, succede in questo modo la maggior parte delle volte. Ed è necessario che gli uomini saggi – dato che spesso non riusciamo a capire che una certa cosa è preferibile – dimostrino di scegliere ciò che spesso è utile. D’altra parte soffrono tremendamente fra tutti, gli uomini coloro che ritengono che la giustizia sia [effettivamente] una pratica di vita migliore e più cara agli dei rispetto all’ingiustizia, ma che credono che chi la rispetti viva peggio di quelli che scelgono l’ingiustizia. Mi piacerebbe che, così come è facile lodare la giustizia, lo fosse altrettanto persuadere gli ascoltatori a metterla in pratica. Ma temo che in questo momento stia dicendo queste cose invano: per molto tempo siamo stati rovinati da uomini che non riuscivano a fare altro che barare, i quali stimano il popolo in tal modo, che qualora decidano di fare guerra a qualcuno, essendo corrotti osano dire che bisogna prendere esempio dai nostri antenati, e non permettere che veniamo presi in giro, o (permettere) che quelli che non vogliono pagarci i tributi vadano per mare.