Spesso nel discutere del concorso scuola docenti 2016 che quest’anno per decisione della riforma di Renzi e Giannini sulla scuola italiana mette in palio dopo scritti e orali 63mila posti a tempo indeterminato, ci si sofferma sulle innumerevoli problematiche di docenti, commissioni, professori bocciati ed ammessi, sindacati, politica e scontri sulla Buona Scuola. Troppo spesso però il centro del concorso scuola, ovvero il futuro degli alunni e dei ragazzi che frequentano la scuola e ne sono il vero fulcro, vengono dimenticati: infatti sia per quelli che criticano il concorso e le sue modalità va sempre ricordato che la priorità anche del Ministero è giustamente salvaguardare i ragazzi e quindi avere professori abilitati ma in grado di insegnare e in maniera aggiornata; sia per chi il concorso lo difende ma non vede la problematica delle troppe bocciature tra i docenti in sede di concorso che lascerà cattedre vuote e che dovranno essere riempite da altri contratti precari e insegnanti a tempo determinato. In entrambi in casi si perde la bussola del bambino, del ragazzo, dell’adolescente: si dimenticano e non si riesce a crescere davvero in un sistema scuola che ha molti pregi rispetto ai Paesi Europei ma purtroppo dannatamente ancora troppi difetti. Si promuovono gli alunni e si bocciano i professori, un sistema (e una mentalità) a doppio giudizio come farà ad andare avanti così per molto?
Il concorso scuola docenti 2016 vede l’inizio di un’altra settimana importante con prove scritte e orali che dovranno essere messe sotto l’attenta correzione delle varie commissioni sparse in tutta Italia: i vari casi di ricorsi, i molti bocciati e le critiche politiche arrivate in questi mesi contro il Miur non si placano in una situazione ancora molto complessa sul numero di cattedre assegnate. Uno dei casi più eclatanti sta accadendo a Lucca dove addirittura il Provveditorato è dovuto intervenire per placare gli animi: «non dovranno essere i supplenti a coprire quelle duecento cattedre ancora vuote, almeno non per intero. Attraverso le immissioni in ruolo e il concorso nazionale, soltanto pochi posti saranno ricoperti da insegnati precari», spiega Donatella Buonriposi su La Nazione, responsabile del Provveditorato. Infatti dopo i tanti bocciati al concorso nazionale per docenti, esiste il rischio che i posti rimangano vuoti e che si crei così la situazione assurda per cui dei docenti di ruolo debbono rimanere a casa mentre supplenti ancora non abilitati potrebbero lavorare. I ricorsi sono però stati presentati e la stessa Buonriposi li definisce: «una piaga, li chiamano ricorsi seriali proprio perché vengono prodotti in serie: quando questi vengono accolti, creano un grande caos nelle graduatorie e a farne le spese sono altri docenti». Ottimismo dalle istituzioni, grosse polemiche tra sindacati e insegnanti: Lucca, ma è come fosse lo specchio del Paese.