Cosa si dice di nuovo in Ocse-Pisa 2015? Ocse-Pisa, è bene ricordarlo, ha fatto da apripista al nostro attuale sistema di valutazione e quest’ultimo deve proprio a Pisa (Programme for International Student Assessment) buona parte della sua struttura e delle metodologie adottate. Ocse-Pisa porta, con l’edizione 2015, la somministrazione delle prove per via informatica: questa volta non in via sperimentale come nelle precedenti edizioni, ma come modalità principale, dal momento che coinvolge 52 dei 72 paesi partecipanti. La via computerizzata alle prove è l’opzione che si prepara ad essere attuata anche da Invalsi e su questo sono in corso le sperimentazioni. 



Pisa è anche la prima indagine che ha sollevato in modo scientificamente più rigoroso il problema della (modesta) collocazione dell’Italia tra i paesi partecipanti sulla competenza nella literacy di lettura, matematica e scienze dei quindicenni. Ancora, Pisa per prima ha sollevato la questione della differenza nei livelli di performance tra le macro-aree del paese arrivando, in alcune edizioni precedenti, al dettaglio dell’informazione regionale. 



Oggi Pisa ha un po’ esaurito la funzione di novità sui contenuti: in testa tra i paesi fortissimi ci sono sempre le tigri asiatiche Singapore, Tawan, Cina, Corea del Sud etc. e si conferma il sostanziale immobilismo dell’Italia con alcune oscillazioni in più o in meno tra le diverse edizioni. I dati Invalsi raccolgono questa eredità sull’Italia e la fanno propria con la possibilità di indagini di dettaglio e di approfondimento che ormai si rendono necessarie. All’Ocse-Pisa rimane l’importante compito comparativo a livello internazionale e le conseguenti riflessioni sui sistemi di istruzione nazionale. 



La via computerizzata alle prove non è l’unica novità metodologica del consorzio Ocse-Pisa: l’altra grande novità è lo spin-off dell’Ocse-Pisa ovvero il Pisa for Development. Questo spin-off nasce perché alcuni paesi a bassissimo reddito — Cambogia, Guatemala, Panama, Senegal, Equador, Honduras, Paraguay, Zambia — chiedono di entrare in Pisa. Perché tutta questa ansia di partecipazione? Perché questi paesi vedono l’arrivo di grandi aziende (ad esempio del tessile) attratte dall’opportunità di manovalanza a basso costo. Alle grandi aziende, i paesi a basso reddito devono comunque garantire un livello minimo di competenze dei propri lavoratori e il Pisa è il sistema che certifica le competenze a livello internazionale. C’è il rischio concreto che questi paesi barino nelle rilevazioni di Pisa pur di vedersi riconosciute le competenze di base: per questo motivo l’Ocse-Pisa ha dovuto ripensare ad un sistema specifico per i paesi sopracitati. 

Alcuni metodi e tecniche dell’Ocse-Pisa non hanno però alcun senso per i paesi a bassissimo reddito. Ad esempio l’indice di status socio-economico e culturale (Escs) in Ocse Pisa (e anche nel nostro Snv) è costruito su tre indicatori ricavati sulla famiglia di origine: livello di educazione e posizione professionale, indice dei beni di possesso. Nei paesi a bassissimo reddito è molto comune trovare quindicenni che lavorano e non vivono con i genitori: sono essi stessi genitori e, nelle ipotesi più rosee, portano con sé i figli a scuola. Altro che famiglia di origine. 

Nel questionario per il dirigente scolastico dell’Ocse-Pisa si chiedono molte informazioni sulle caratteristiche delle scuole: Pisa for Development rileverà se una scuola c’è in una data zona e se ha l’elettricità ad esempio. Ancora prima c’è il problema dell’anagrafe delle scuole e dei relativi studenti, che di fatto quasi mai esiste. Tra l’altro il problema dell’anagrafe delle scuole anche da noi non è del tutto superato dal momento che l’elenco delle sedi della IeFP di ciascuna regione italiana non è di facile accesso. Nei paesi a basso reddito ci sono però problemi più grossi e non di certo rimandabili solo all’inefficienza burocratica e amministrativa. 

Come si raggiungono gli studenti quindicenni di questi paesi che frequentemente lavorano e non sono a scuola? Ocse-Pisa sta mettendo in piedi un campionamento detto snowball (a palla di neve) dove i rilevatori Ocse andranno fisicamente nei villaggi per ricostruire la popolazione che più o meno dovrebbe avere quindici anni e, armati di tablet, faranno direttamente le domande agli interessati. Insomma, Pisa può avere parzialmente esaurito il suo compito esplorativo nei paesi Ocse e non Ocse a medio reddito, ma è all’avanguardia nei tentativi di fare di questo mondo un mondo veramente globale. Inoltre, parallelamente, Pisa for Development riflette e fa riflettere su come raggiungere i quindicenni: anche da noi c’è un problema di dispersione scolastica che, per quanto interessi percentuali minoritarie, non può essere ignorato.