Virginia Kaladich è presidente nazionale Fidae dal novembre 2015. Dal 2009 la Kaladich ricopriva il ruolo di presidente regionale del Veneto. È una consacrata collaboratrice apostolica diocesana legata alla diocesi di Padova e attualmente ricopre il ruolo di dirigente scolastico all’Istituto scolastico paritario Sabinianum, Scuole primarie Bianchi Biggiani e Sacro Cuore, e Scuola secondaria di I grado Vincenza Poloni a Monselice.
Il Consiglio nazionale della scuola cattolica, nello scorso giugno, ha pubblicato un documento, Autonomia, parità e libertà di scelta educativa che, nella sua stesura ha visto lavorare insieme le associazioni rappresentative delle scuole paritarie. Come intendete renderlo operativo?
Vogliamo far conoscere i suoi contenuti, perché sono importanti per tutti. Da qui l’idea di un evento pubblico nazionale.
Un’occasione per ripresentare pubblicamente i contenuti del documento. Fra i tanti temi che tratta, qual è il messaggio più urgente che si vuole lanciare?
Sicuramente quello del valore della libertà di scelta educativa e dell’importanza delle scuole paritarie per l’intero sistema di istruzione nazionale. A noi sta a cuore tutta la scuola, ma proprio per questo non possiamo non tener conto che dal 2000 in Italia il sistema pubblico integrato, composto da scuola statale e scuola non-statale, si imbatte ancora in molti pregiudizi che spesso riducono, nel dire comune, le scuole paritarie ad essere definite scuole di indottrinamento o per i ricchi.
E come si possono abbattere questi pregiudizi? Il fatto stesso che le scuole paritarie chiedano il pagamento di una retta, implica per sua natura il rischio di una discriminazione sociale fra chi può pagare e chi no.
Infatti! Per questo vogliamo e dobbiamo ribadire con forza che la scuola è delle famiglie, che non possono sentirsi penalizzate nella loro libertà di scelta educativa e di formazione per i loro figli. La mancanza di equità nell’erogazione delle risorse per le scuole pubbliche, statali e paritarie, questa sì che è una scelta discriminante. Non si può rimanere inermi o lasciare che i pregiudizi restino tali. Dunque: noi ci siamo e vogliamo continuare ad educare.
Cosa chiederete alle istituzioni durante la convention?
Vogliamo interloquire con i rappresentanti delle istituzioni civili ed ecclesiali per raccontare la plurisecolare storia e soprattutto i progetti che hanno un unico grande obiettivo: il futuro delle nuove generazioni.
Istituzioni aparte, a chi vi rivolgete?
Auspichiamo il coinvolgimento di tante persone e invitiamo tutti a partecipare. Gli studenti, perché non vengano considerati studenti di serie B e per testimoniare la vivacità della scuola paritaria; i genitori per testimoniare la motivazione nella libertà di scelta educativa, scelta che li porta anche a dover sopportare un’iniqua penalizzazione in termini economici; gli insegnanti perché vengano riconosciuti il loro impegno e la dignità che il loro lavoro merita, lavoro spesso scelto anche a costo di sacrificio; il personale non docente, perché gli venga riconosciuta la professionalità ed il contributo concreto che dà per garantire un servizio qualificato; i dirigenti, per testimoniare la convinzione dell’importanza di una vera comunità educante; e i gestori per ribadire il loro impegno, non sempre riconosciuto, a favore del servizio pubblico dell’istruzione.
Il Miur ha da poco pubblicato i dati relativi alle iscrizioni alle scuole statali e paritarie: il calo di sedi scolastiche e di alunni delle paritarie è drammatico. In pochi anni sono andati persi oltre 200mila alunni e più di 400 sedi. Cosa sta succedendo? C’è un futuro per la scuola paritaria?
C’è un futuro. Deve esserci, per il bene di tutto il paese! Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci e piangerci addosso. Al contrario, vogliamo guardare avanti per continuare a essere una presenza significativa e preziosa per l’intero sistema scolastico nazionale. Verona sarà l’occasione per una riflessione generale in cui coinvolgere la comunità civile ed ecclesiale e tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore l’educazione. Solo nel nostro Paese e in Grecia i genitori non vedono garantito il diritto di scelta in campo educativo.
Insomma, mi pare di capire che la “battaglia”continua.
Certo. Questa nostra non vuole essere solo una tappa per costruire un percorso rivolto al domani dei nostri giovani, coinvolgendo tutte le realtà che hanno responsabilità e quanti operano nella costruzione di vere comunità educanti. La sfida in gioco è grande: il futuro delle nuove generazioni.
(Marco Lepore)