Un liceo in Italia è finito nella bufera: è il Virgilio di Roma, dove si è creato un clima “intimidatorio e mafioso”. A dirlo è colei che è chiamata a dirigere questo istituto, la preside Carla Alfano. Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha parlato di “ragazzi della Roma bene” che “non dicono parolacce, ma sono subdoli”. E si lamenta per il loro consumo di droga, che evidentemente non preoccupa i loro genitori, che anzi assolvono i figli: “Che male c’è – dicono – qui c’è roba buona”. In un mese è successo di tutto: dal crollo di un soffitto ad un’occupazione con rave party, passando per un video hard tra studenti e bombe carta lanciate durante la ricreazione. Come se non bastasse, anche la cocaina consumata a scuola. Non c’è pace per il liceo classico, dove peraltro l’anno scorso i carabinieri arrivarono per arrestare uno studente spacciatore. Da settembre c’è una nuova dirigente scolastica, Carla Alfano, che ora punta il dito contro un gruppetto di studenti e i loro genitori che “li spalleggiano”.
“QUESTO LICEO È DIVENTATO UN PORTO FRANCO”
Dopo l’intervento dei carabinieri nel 2016 la situazione si era tranquillizzata al liceo classico Virgilio di Roma, ma la tregua è durata poco. La preside Carla Alfano fa riferimento al fantomatico “Collettivo”, che avrebbe voluto diventassero guida per altri licei nelle rivendicazioni sulla sicurezza. Invece non se n’è parlato più: “C’è stata l’occupazione, un’iniziativa anormale, strumentalizzata. Una gazzarra: sesso, droga e alcol, altro che impegno politico. Questi qui non sanno nemmeno cosa sia. Sono una minoranza di soggetti che comanda su una maggioranza silenziosa, fin troppo silenziosa”. Sono accuse pesanti quelle della dirigente scolastica, che descrive con precisione questi ragazzi: “Hanno un atteggiamento di sfida, intimidiscono compagni e adulti. Senza parolacce, perché comunque vengono da famiglie della Roma bene. Sono subdoli e hanno trasformato questa scuola in un porto franco”.
IL PROBLEMA DELLA DROGA AL LICEO VIRGILIO
Uno dei più grandi problemi per il liceo classico Virgilio di Roma è la droga: ne circola tanta, ma i genitori non sono affatto preoccupati. “Ci rispondono che gli spinelli servono per calmare i figli, che se consumano stupefacenti a scuola, in fondo non sono preoccupati, perché meglio in classe che per strada”, ha raccontato la preside Carla Alfano al Corriere. C’è stato anche qualcuno che è arrivato a dirle: “Vuol dire che qui c’è roba buona”. Un atteggiamento simile anche per quanto riguarda le bombe carta: “Minimizzano: vogliono farle passare per petardi. Sono come i loro figli, che manipolano qualsiasi episodio”. Per i professori è dura reagire: alcuni sono impauriti, altri affrontano la situazione, ma vengono contrastati dai genitori. E ora ha un altro sospetto, cioè “che ragazzi poco meritevoli ottengano voti alti in condotta”. La dirigente scolastica ha promesso di controllare di più, nel frattempo continua a denunciare quello che accade. Poi conclude con una provocazione: “A volte vorrei andare a insegnare in periferia o nelle scuole dove ci sono i figli dei camorristi. Almeno lì saprei con chi ho a che fare”.