Stop alle iscrizioni al corso-concorso bandito dal Miur per 2.425 nuovi dirigenti scolastici. E’ scaduta alle ore 14.00 del 29 dicembre la possibilità di caricare sul sistema telematico Istanze on line i dati per essere ammessi alle prove concorsuali. Circa 35mila le candidature pervenute da parte dei docenti e del personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio compreso anche il servizio precedente al ruolo. All’ultimo concorso del 2011 le domande erano circa 48mila: un decremento significativo, anche se il numero delle adesioni di oggi è ugualmente importante.
Ai candidati si prospetta una selezione durissima, visto che dovranno sostenere, di fatto, cinque prove, un corso di formazione ed un tirocinio.
La prima sarà una prova preselettiva che consiste in un quiz di 100 quesiti sui temi del bando, a risposta multipla, estratti a sorte da una banca dati di 4mila quesiti, da svolgere al computer in 100 minuti: una selezione automatica che consentirà l’ammissione di un massimo di 8.700 canditati alla prova scritta (circa 1 su 4). E questo è l’ostacolo più impegnativo che mette alla prova capacità di memoria, velocità di ragionamento, calcolo, conoscenze ed abilità al computer. Oltre, evidentemente, un po’ di fortuna.
Si tratta del concorso per dirigenti scolastici più volte annunciato, inserito in una legge di Stato con tanto di scadenza per la sua emanazione (Legge Carrozza n. 104/2013 con scadenza prevista per l’emanazione del bando entro il 31 dicembre 2013), dichiarato imminente più volte dal ministro Giannini e dalla ministra Fedeli alla quale va dato merito di averlo finalmente bandito, proprio sul filo del rasoio dei tempi di fine legislatura, strappando alla trattativa politico-ministeriale anche un numero di posti a concorso utile a coprire le necessità per circa un triennio. Un rimpallo di competenze e di richieste tra ministero, Consiglio superiore della pubblica istruzione, Consiglio di Stato, ministero dell’Economia, Corte dei conti ha inevitabilmente diluito di anni i tempi di emanazione a tutto svantaggio degli studenti che per il 30 per cento frequentano oggi “autonomie” scolastiche senza dirigenti scolastici titolari. Sì, perché proprio di autonomie si tratta, ma senza un responsabile stabile che le diriga, a dimostrazione che, tutto sommato, il governo della politica e della macchina amministrativa ha in tutti questi anni avvertito altre priorità, anziché la garanzia di un governo a pieno titolo di tutte le istituzioni scolastiche di Stato.
Ma adesso il concorso è bandito e gli aspiranti ci sono. Siamo dunque all’epilogo della storia?
Tutt’altro. E per alcune buone ragioni. Innanzitutto l’organizzazione della macchina concorsuale che, a quanto è dato di sapere, ha mosso appena i primi passi per radiografare le disponibilità di tutte le scuole statali che dispongono di aule informatiche adatte a prove concorsuali computer based, ma non si hanno ancora informazioni circa la selezione dei commissari, le sedi, le modalità di gestione della prova preselettiva, la predisposizione del dispositivo informatico necessario.
Il regolamento di concorso, poi, prevede che le date delle prove preselettive siano rese note il 27 febbraio 2018, proprio a ridosso delle elezioni politiche. Riuscirà la determinazione della ministra dell’Istruzione a fissare ancora i paletti del percorso concorsuale così da dare certezza di scadenze e modalità alle migliaia di concorrenti?
Per ultimo, incombe sul concorso l’ombra di ricorsi annunciati da parte di laureati con cinque anni di servizio, ma non ancora assunti a tempo indeterminato o appena immessi in ruolo o i vicari dei presidi che hanno svolto per alcuni anni la funzione di reggente di scuola per i quali non è stata prevista alcuna corsia preferenziale; categorie di persone che avvertono un’esclusione illegittima in forza di precedenti sentenze amministrative loro favorevoli.
Come si vede, a questo punto i piloti sono alla partenza, i motori sono pronti ad accendersi, i rischi ed i pericoli in pista non mancano. La corsa si preannuncia ricca di ostacoli, inseguimenti e sorprese.
La complessità organizzativo-gestionale che caratterizza oramai il sistema scuola, la necessità di garantire una direzione ad ogni istituto scolastico e l’applicazione delle normative della Buona Scuola urgono un consapevole e coerente investimento sulla selezione ed una rapida assegnazione di personale direttivo.
Chi ha deciso di investire la propria professionalità docente e tentare il concorso per offrire al miglioramento delle scuole un contributo di passione civile, di cultura e di buona volontà sta già studiando da mesi e merita di essere corrisposto con modalità di svolgimento della gara concorsuale chiare e certe.
Cambia una legislatura, cambierà il governo, ma, adesso che si è chiusa la fase di iscrizione, va data agli aspiranti presidi prova sicura che il loro desiderio di fare del bene, la loro attesa di realizzazione professionale e le loro competenze siano correttamente e positivamente verificate. Un ultimo banco di prova della ministra Fedeli al quale, lo auspichiamo, ella possa dare adesso tutto il suo impulso organizzativo ed il suo contributo di garante.