Oggi il sistema Its (istituti tecnici superiori) sta raccogliendo i primi frutti importanti di un lavoro costante nel tempo che lo ha reso una realtà virtuosa pronta a decollare e che già guarda lontano.

L’approvazione in Senato dell’incremento delle risorse (dello scorso 29 novembre) e la firma del decreto della ministra Valeria Fedeli (del 30 novembre), con cui dà il via libera alle nuove lauree che debutteranno il prossimo anno accademico, sono due importanti traguardi, ma anche due nuovi punti di partenza. 



Traguardi perché attestano l’interesse e la volontà del Miur e del Mise (a cui va il nostro plauso) di investire su un sistema che ha già dimostrato il proprio enorme potenziale.

Punti di partenza perché, ora più di prima, bisogna rimboccarsi le maniche con l’obiettivo di crescere ancora dato che come iscritti siamo molto lontano dai numeri richiesti dal mondo del lavoro. Occorrerà far crescere i corsi e non le fondazioni anche per superare l’attuale grave problema di queste scuole ancora sottodimensionate.



Con la regolazione delle lauree professionalizzanti la ministra Fedeli ha mantenuto l’impegno di evitare la cannibalizzazione degli Its orientandole esplicitamente alle professioni, mantenendo così la distinzione tra formazione professionalizzante per l’inserimento in impresa (riservata agli Its) e mondo accademico, come nelle migliori esperienze internazionali. È il momento di rafforzare la collaborazione degli Its con le università per dare una risposta di qualità sempre maggiore e così preparare i giovani ad affrontare il violentissimo cambiamento di scenario che è solo agli inizi. Occorre mantenere l’orientamento del sistema verso l’innalzamento delle competenze dei giovani: in altri termini la professionalizzazione non deve mirare ad una “semplice” funzionalizzazione rispetto alle competenze tecniche dei lavori attuali, ma preparare a superare l’iperobsolescenza coltivando attraverso il lavoro il pensiero critico e quello creativo, secondo la nostra migliore tradizione culturale.



L’aumento dei fondi in legge di bilancio grazie al quale molti altri ragazzi potranno accedere a questa opportunità formativa è una promessa mantenuta dal Miur e dal Mise. Ci attendiamo che anche le Regioni facciano altrettanto, e seguano l’esempio investendo ulteriori risorse. Dal Governo è stata indicata la strada, le Regioni dimostrino di crederci, come fatto finora.

Il sistema Its è attrezzato per “partire”, ha dimostrato una grande capacità di risposta agli stimoli ricevuti, dandone ampia dimostrazione. È pur vero, però, che è necessario affrontare con urgenza il problema della comunicazione di una opportunità estremamente efficace, ma praticamente sconosciuta da tutti o considerata ancora di serie B.

Su come impiegare queste risorse come rete delle reti Its, vogliamo dare il nostro contributo al dibattito per decidere consapevolmente sull’indirizzo dei fondi. Oltre a quanto sopra anticipato, occorrerà affrontare il tema della misura della premialità (il 30 per cento di un fondo che in 3 anni quasi quadruplica diventa una cifra relativamente importante), della finalizzazione della stessa, nonché il tema della questione meridionale. L’attuale impostazione del meccanismo di ripartizione delle risorse, infatti, tende a polarizzare il sistema aumentando il divario tra chi ha risultati migliori e chi è più indietro, competendo non ad armi pari sia per tessuto economico di riferimento che per contributi ricevuti per l’attività realizzata.

Anche in considerazione del riordino normativo già previsto dall’attuale versione della finanziaria in discussione, occorrerà far maturare il sistema verso il suo naturale posizionamento secondo le migliori esperienze internazionali: dei college professionali centri per lo sviluppo delle competenze a 360 gradi e per la ricerca applicata.

Non solo transizione al lavoro dei giovani, ma anche formazione continua e permanente e ricerca per le imprese. Agenzie educative attive sulla formazione e il trasferimento tecnologico per le sfide di Impresa 4.0, partecipi nei Digital Innovation Hub promossi da Confindustria, protagonisti nelle iniziative dei fondi interprofessionali, motori dell’alternanza scuola-lavoro sui territori e dell’apprendistato.

Molti sono i temi da affrontare per il sistema Its e serve il contributo di ciascuno: ministeri, regioni, parti sociali, datoriali. È il momento di una alleanza per il lavoro dei giovani, occorre formarli per nuove competenze e nuovi lavori.

Stiamo bruciando una generazione: un giovane che per anni non entra nel mondo del lavoro che percorso di sviluppo professionale potrà attendere e che contributo di cittadinanza attiva potrà dare? Speriamo che le migliori energie del paese possano dare il loro decisivo contributo in questo momento. Continueremo ad incontrare e dialogare con tutti per mantenere centrato l’obiettivo: i nostri giovani.