La Buona Scuola e i sui effetti molto critici: la protesta di tanti docenti che si sentono “deportati” al Nord Italia prosegue con la decisione ufficiale del Miur in merito alle richieste di tantissimi insegnanti di poter fare ritorno nei luoghi di origine. Sono purtroppo molto poche le chances anche per il prossimo anno per le migliaia di docenti che hanno chiesto il ritorno a casa, spesso nelle regioni del Sud. Nei prossimi mesi in Meridione i pensionamenti che lasceranno libere le cattedre dal primo settembre sono stati pochi e la maggior parte dei posti andrà comunque ai vincitori del concorsone 2016. Stando ai dati Miur, sono circa 20mila i docenti che hanno avanzato domanda di trasferimento, principalmente da nord verso sud, ma le esigenze del Miur sono altre; come riportato dal ministero dell’Istruzione per l’anno 2017-2018, i posti liberi disponibili sono circa 36mila e 22mila di questi sono al nord, ben due cattedre su tre insomma.
Come riporta Repubblica in uno focus quest’oggi, nelle regioni meridionali dove aspirano a fare rientro migliaia di assunti nel 2015, «saranno invece disponibili appena 7.898 cattedre: il 22 per cento del totale. Pochissimi, per tutti: vincitori del concorso e “esiliati” al Nord, come si sono definiti loro stessi alludendo alle modalità di reclutamento che un anno e mezzo fa li ha posti di fronte al prendere (una cattedra a migliaia di chilometri da casa) o lasciare». La situazione rischia di rimanere in stallo ancora per molto visto il blocco successivo alla Buona Scuola degli ingressi di nuovi posti di lavoro, dovendo prima smaltire i problemi tra cattedre libere, precari e appunto trasferimenti con ritorni nelle regioni d’origine. Una bella “gatta da pelare” per il futuro ministro Miur dopo le prossime elezioni politiche.