Rossella Mura, ristoratrice cagliaritana, è una delle mamme che ha scelto l’educazione parentale e racconta sulle pagine de L’Unione Sarda la sua esperienza: “Marco ora è felice. Legge molto e si avvicina agli argomenti che lo interessano. Sa tanto all’aria aperta e viaggia molto con me e il padre. Ogni viaggio è un’occasione di apprendimento”. Rossella è solo uno dei mille genitori italiani che hanno scelto l’homeschooling e cioè di non mandare più a scuola i loro bambini, preferendo istruirli a casa. L’homeschooling è una variante del più radicale unschooling, che prevede cioè l’apprendimento naturale attraverso l’osservazione invece che attraverso programmi ministeriali, nozioni e giudizi. Spesso la scelta di questi genitori nasce da una brutta esperienza a scuola dei loro bamnbini e così è stato anche per Rossella e Marco: “L’esperienza scolastica per mio figlio non è stata buona, ha sofferto e le maestre ci dicevano che forse lo stimolavamo troppo, come se l’immaginazione e la curiosità fossero colpe”. L’homeschooling è molto diffuso negli Stati Uniti e nel Nord Europa, ma sta prendendo piede anche in Italia, dove è perfettamente legale: per educare i figli a casa anziché a scuola basta inoltrare un’autocertificazione al dirigente scolastico affermando di essere in grado, in termini di competenze tecniche e di possibilità economiche, di garantire al proprio figlio l’adempimento dell’obbligo di istruzione e formazione dai 6 ai 16 anni. In Italia la pioniera dell’educazione parentale è stata Erika Di Martino, che ha fondato un network tutto dedicato all’homeschooling e che sabato è stata a Cagliari proprio per raccontare la sua esperienza. Riguardo al rischio che i bimbi crescano “isolati” senza socializzare con i loro coetanei, Erika ha spiegato: “Questo è un mito da sfatare. I nostri figli hanno tanti amici e frequentano i loro coetanei, semplicemente lo fanno fuori dalla scuola”.



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