“Riconciliare la scuola con la vita”: di questo c’è innanzitutto bisogno oggi in tutti i contesti educativi: ma questo sta già accadendo, in tante scuole. Occorre una sensibilità capace di sostenere spazi e tempi di questo rinnovamento in atto e valorizzarne le tracce nei diversi protagonisti: studenti, docenti, genitori.
E’ questo il contributo ed il compito decisivo del preside, oggi: un professionista che sa cogliere il nuovo che nasce ogni giorno, cerca di valorizzarlo, di garantirgli strumenti operativi, di renderlo condivisibile.
Una direzione innovativa affronta i problemi che sembrano bloccare le scuole: l’immobilismo o viceversa l’eccessiva esuberanza dei ragazzi, la povertà del lavoro comune o co-curricolare, il predominio del lavoro individuale su quello di gruppo e della valutazione “inerte” rispetto a quella in situazione, la concentrazione dell’apprendimento all’ambito ristretto della classe, la mancanza di spazi e di tempi per gli scambi, la limitata coltivazione degli interessi di chi studia.
E li affronta partendo da un positivo, dal tentativo di chi ha passione, da un’idealità operativa, sostenendo progettazioni efficaci, percorsi didattici creativi, occasioni formative a misura del desiderio di conoscenza e di bene delle persone e dei contesti. Un maestro “implicito” che, nella direzione di una scuola, diventa capace di influire sul clima generale, conferendole una forma che realizza vere comunità di apprendimento e di vita. Una restituzione, attraverso il ruolo del dirigere, a quel campo aperto che è la scuola, del suo scopo irrinunciabile: non solo la trasmissione di saperi, di capacità, di competenze, ma di generazione di cultura come avventura di vita e di conoscenza.
Di questo si parla in questi giorni al 25esimo Convegno nazionale di Disal, l’associazione di presidi che ha come titolo: “Riconciliare la scuola con la vita. Dirigere l’innovazione”. L’intento è da un lato cogliere la sfida del cambiamento a favore dei ragazzi e delle comunità scolastiche che è in atto, osservarlo, raccontarlo e rilanciarlo, e, dall’altro, indicare i profili, le caratteristiche, le modalità che realizzano una direzione che crei vera innovazione. Senza perdere di vista, per questo, gli eccessi e le storture di un sistema amministrativo scolastico che in Italia corre, invece, con un’altra velocità, con vincoli e regole ancora più numerose e pesanti di quelle del passato, quando invece c’è bisogno di norme agili e certe, di essenzialità e maggiore libertà, specie nell’iniziativa delle scuole, singole ed in rete.
Il convegno è arricchito da presentazioni di esperienze di dirigenti scolastici di scuole statali e paritarie che realizzano modelli di scuola come comunità di apprendimento e di vita. Ai lavori del convegno partecipano, tra gli altri, Dario Nicoli, sociologo dell’organizzazione dell’Università S. Cuore di Brescia, Norberto Bottani, analista di politiche scolastiche di fama europea, Claudio Tucci, giornalista de Il Sole 24 Ore, Giovanni Biondi, presidente di Indire, Ludovico Albert, presidente della Fondazione per la scuola della Compagnia di S. Paolo. E’ prevista una sessione internazionale con il confronto di esperienze di direzione innovativa tra responsabili di scuole del Kosovo, della Finlandia, dell’Australia.
Il convegno può rappresentare l’occasione per un rilancio, culturalmente fondato, dell’autonomia delle scuole e dell’associazionismo professionale, dimensioni necessarie al protagonismo dei soggetti e ad un’autentica libertà di educazione.