Alla fine passa la linea del Rettore Gianluca Vago: il Senato Accademico ha votato Sì al numero chiuso per le facoltà umanistiche dell’Università Statale di Milano, codificano una vera e propria “rivoluzione” rispetto al percorso di studi degli atenei milanesi. Il Senato con 19 voti favorevoli, 10 contrari e 6 astenuti ha legiferato per inserire il numero chiuso, e quindi i test obbligatori a settembre, nei corsi di laurea della Facoltà Umanistiche a partire già dal 2017, e non dal 2018 come invece pareva inizialmente. La mozione del rettore per provare ad ovviare al boom di iscritti negli ultimi anni è dunque passata, nonostante la protesta e i sit-in di tanti studenti in questi giorni; dal prossimo anno accademico anche i cinque corsi di laurea triennale dei dipartimenti umanistici (Storia, Filosofia, Lettere, Beni culturali e Geografia) saranno a numero chiuso, con buona pace degli student e di alcuni professori.
Il Miur, in base ai nuovi vincoli decisi dal decreto di dicembre, ha imposto un nuovo rapporto studenti-docenti e il numero più alto degli iscritti doveva significare anche una nuova ondata di assunzioni di professori, ma la Statale avendo meno fondi non ha potuto prendere questa strada, con il rettore che ha allora ha voluto imporre la novità storica di rendere di nuovo a numero chiuso l’accesso alle Facoltà Umanistiche.
Un sit-in e una lunga protesta con picchetti di praticamente tutti gli studenti e rappresentanti in Università Statale aveva costretto una settimana fa il Senato Accademico a rimandare la votazione: ma oggi è avvenuta, non senza altre proteste, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Da settembre per chi si iscrive alla Statale per le Facoltà Umanistiche dovrà sostenere un test obbligatorio, mentre dopo l’approvazione della mozione, restano solo quattro i corsi della Statale ad accesso libero: Giurisprudenza, Fisica, Matematica e Geologia. Proteste e locali occupati nel tentativo di scongiurare il passaggio della mozione, ma tutto è stato inutile visto che la proposta del rettore è stata vagliata e alla fine votata positivamente dal Senato Accademico. Non è passata la linea “del dialogo” impostata dal gruppo “Obiettivo studenti-Unimi”, e neanche l’azione di “forza” degli altri gruppi e i collettivi è servita per convincere il Senato e il rettore.
«Noi siamo contrari al numero chiuso, non solo perché i test utilizzati per metterlo in atto risultano in ogni caso arbitrari, ma soprattutto perché il numero chiuso è figlio di una logica che considera l’università un’istituzione esclusivamente professionalizzante e, nel caso specifico, di una svalutazione delle discipline umanistiche e di tutte quelle discipline che non sono principalmente finalizzate alla produzione di profitto», scrive su Facebook il gruppo “Studenti indipendenti”.