Niente vacanze estive: scuole aperte tutto l’anno. Questo il progetto che sta curando la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli per andare incontro ai genitori. Si tratta di un piano ambizioso, di cui si stanno già occupando i tecnici del ministero. L’idea è nata dalle centinaia di richieste di genitori: hanno scritto alla ministra per chiederle aiuto e Valeria Fedeli ha deciso di accoglierle. Proprio dopo l’estate dovrebbe essere una prima bozza del piano: l’obiettivo è annunciare ufficialmente il rivoluzionario cambiamento all’inizio del prossimo anno scolastico. Nel frattempo le associazioni dei genitori stanno raccogliendo le adesioni per un futuro incontro, a fronte della disponibilità mostrata dalla ministra.



Il progetto è già in moto: Valeria Fedeli riuscirà dove i suoi predecessori hanno fallito? La strada è piena di ostacoli, a partire dai professori. Per Pino Turi, segretario generale della Uil scuola, il mondo scolastico non deve fornire un servizio assistenziale e sociale: ha «una funzione dello Stato molto precisa che attiene alla formazione degli studenti». Duro, quindi, il giudizio in merito al piano della ministra dell’Istruzione: «La scuola forma i bambini, non li assiste. Se questo è il significato, pensare di tenere le scuole aperte tutto l’anno è una stupidaggine». Il primo ad affrontare la questione fu Francesco Rutelli quasi una decade fa: l’allora ministro dei Beni Culturali propose una diversa distribuzione delle vacanze. Il tema è stato poi rispolverato da Mario Monti, che abbozzò una riforma del calendario scolastico. L’ultimo a provarci è stato Giuliano Poletti, l’attuale ministro del Lavoro.



Eppure c’è la direttiva del 1997 secondo cui le scuole devono restare aperte. I bidelli lavorano in estate, così come addetti alla segreteria e presidi. Rimodulando l’orario di servizio degli insegnanti e impiegando i giovani precari, le scuole potrebbero restare aperte. Però, non devono diventare un parcheggio: «È necessario che si stabiliscano delle regole su chi e come può occuparsi degli studenti. Ci devono essere linee guida chiare per evitare che si creino spiacevoli incidenti», il parere di Angela Nava Mabretti, presidente del Coordinamento Genitori Democratici, come riportato da La Stampa.

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