I maturandi del liceo classico, quasi sicuramente ricorderanno con un sorriso la giornata di ieri, in occasione della seconda prova scritta. La versione di latino ha visto protagonista Seneca, autore studiato e ampiamente analizzato nel corso del percorso di studi e che non ha rappresentato una vera e propria sorpresa per gli studenti che ieri hanno dovuto cimentarsi nel brano “Valore della filosofia”. Secondo un sondaggio di ScuolaZoo.it, infatti, uno studente su quattro aveva ipotizzato la presenza del filosofo nato a Cordova nel 4 a.C. in occasione della Maturità 2017 ed in effetti non aveva torto. All’interno del brano analizzato c’è tutto il pensiero ed il messaggio senecano, nella sua purezza e semplicità. Non è un caso se in tanti studiosi e professori di latino lo abbiano considerato come un vero e proprio regalo, nonché come un ottimo congedo agli studenti del Classico che per anni si sono dedicati allo studio del latino e del greco ma che oggi possono tirare ormai un sospiro di sollievo all’idea di aver dedicato ampio spazio, nel corso della propria giovane esistenza, proprio al celebre filosofo protagonista della Maturità. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Un testo facile, un “regalo”, una versione non delle più complesse: la seconda prova di Latino è stata commentata così e in diversi e svariati “sinonimi” in queste ore post- secondo scritto della Maturità 2017. Eppure, non proprio tutti sono concorsi in questa analisi: secondo l’analisi di Silvia Stucchi in esclusiva per il Sussidiario.net (clicca qui per l’editoriale completo della professoressa) dietro al testo facile si celava un contenuto assai ricco. Certo, Seneca è un nome arcinoto per i maturandi, forse il primo assieme a Cicerone per letture e versioni: eppure, i testo sul valore della filosofia nasconde una profondità non immediata. «Sotto la patina molto tranquilla troviamo alcuni dei tempi più dirompenti fra quelli affrontati da Seneca, a testimonianza dell’enorme fascino di questo autore,  mai banale, anche quando sembra trattare argomenti tanto comuni da apparire frusti, solo però a uno sguardo superficiale e distratto».



Tra questi “temi” sono certamente la resistenza necessaria al fato, il tema dei Dialogo, nello stesso tempo anche la filosofia come argine all’insensatezza, alle volte, del destino. «Alla prima riga della versione, là dove si dice che la filosofia non è un populare artificium: questa affermazione si comprende bene alla luce dell’estremo elitarismo radicato nel pensiero di Seneca, che spesso non viene sufficientemente sottolineato e impregna per esempio, le Ep. 7 e 8, e di cui bisogna tenere conto per misurare non solo i punti di contatto fra gli antichi e noi, ma anche le inevitabili e cruciali differenze». (agg. di Niccolò Magnani)



La versione di latino di Seneca ha accontentato un po’ tutti, con gli studenti di Liceo Classico che hanno vissuto ore di tensione prima di veder uscire dalla busta quello che è stato, assieme a Cicerone, l’autore più utilizzato per la versione di latino all’esame di maturità. Unanime è stato anche il commento di esperti, latinisti e educatori che hanno definito un vero e proprio “regalo” agli studenti la scelta della versione “Il valore della filosofia”. Facile non solo per il contenuto, ma anche e soprattutto per la costruzione grammaticale e sintattica che ha favorito anche chi ha una conoscenza solo superficiale della lingua latina. Insomma, con un po’ di buona volontà gli studenti del liceo classico hanno potuto cavarsela, dimenticando così lo smarrimento dovuto alla scelta di Caproni e di altri temi non proprio di strettissima attualità, o comunque preponderanti nel programma di studio dell’ultimo anno di scuola, nella prima prova scritta del tema di italiano. Clicca qui per gli speciali Maturità con titoli, tracce svolte e soluzioni: Diretta live Seconda Prova – Matematica – Geometra & Ragioneria – Itis – Professionali – Linguistici – Diretta Tesina & Terza Prova

Alla fine, nessuna eclatante novità in merito alla seconda prova scritta per gli studenti del classico. Seneca era previsto da uno studente su quattro secondo un sondaggio di Skuola.net. A commentare la scelta del Miur è stato anche docente di latino all’Università degli studi di Milano, Massimo Gioseffi che, come evidenzia Il Fatto Quotidiano online, ha ribadito la facilità della prova per i maturandi iscritti al liceo classico poiché “ampiamente trattato dai programmi”. “Seneca fa parte del canone degli autori latini: è uno scrittore che bisogna leggere, e che tutti gli studenti avranno letto perché viene ampiamente trattato dai programmi”, ha commentato il professore ribadendo con le sue parole il “regalo” del Miur ai liceali del classico. Per la quarta volta negli ultimi 20 anni, dunque, Seneca è protagonista assoluto della Maturità, di cui due volte con le Epistulae (2017 e 2011), ma anche con il De Beneficiis nel 2007 e con le Naturales Quaestiones nel 2003. Nessuna meraviglia, in tal senso, come ribadisce Gioseffi che parlando di Seneca lo definisce “un’opzione sempre valida. Ha concetti densi, messaggi importanti e una sintassi non troppo complicata. L’ideale per una prova del genere”. A sua detta, molti studenti potrebbero averlo quasi sicuramente già tradotto nel corso del loro percorso di studi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

Più passa il tempo e più diventa evidente come la versione in latino di Seneca “Il valore della Filosofia” non abbia rappresentato un ostacolo insormontabile per la maggior parte dei maturandi italiani. Stando alle testimonianze raccolte all’esterno degli edifici scolastici, parecchi ragazzi non hanno avuto alcun problema a tradurre il testo e a consegnare l’elaborato alla commissione entro le 4 ore stabilite, anzi è successo che in parecchi hanno consegnato allo scadere delle 3 ore, a ulteriore conferma di come il MIUR sia stato davvero clemente nei confronti degli studenti del classico proponendo un compito ampiamente alla portata. Del resto alla vigilia Seneca veniva dato tra gli autori papabili e dunque in molti ne hanno approfittato per studiare approfonditamente le sue opere, e quando se lo sono ritrovato sul banco probabilmente avranno quasi esultato: per una volta i rumors si sono rivelati fondati, dopo che ieri nell’analisi del teso il Ministero ha spiazzato tutti proponendo un autore poco “popolare” come Caproni. (agg. di Stefano Belli) 

Oggi è stato il secondo giorno in che ha visto impegnati i maturanti, alle prese con la seconda prova scritta differente per ciascun istituto. Gli studenti del classico si sono imbattuti nella tradizionale traduzione della versione di Latino “Il valore della filosofia” di Seneca. A commentare la scelta del Miur evidenziando una grande soddisfazione è stato il Sottosegretario all’Istruzione, Vito De Filippo. Lo riporta il portale Orizzontescuola.it citando anche le parole del sottosegretario: “È un brano che non ha età, un brano prezioso. L’invito a riflettere sul valore della filosofia nella vita di tutti i giorni è quanto mai opportuno, coerente con la missione propria della scuola che deve fornire conoscenze ma anche e soprattutto aiutare studentesse e studenti a sviluppare il pensiero critico”, ha commentato De Filippo. Una traccia, quella che ha visto impegnati i liceali, che ha rispettato in parte le previsioni iniziali sull’autore, tratta dalle Lettere a Lucillo. Nel brano scelto dal Ministero, il filosofo si rivolge all’allievo Lucillo invitandolo a non perdere mai la passione per l’impegno nella riflessione critica e consapevole. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

A guidare l’uomo è un dio, il fato o il caso? Per Seneca niente di tutto ciò: anche quando l’uomo si sentirà guidato da un’entità superiore, dovrà fidarsi solo della filosofia. Lo hanno scoperto gli studenti del liceo classico che hanno tradotto la versione “Il valore della filosofia”, proposto dal Miur come seconda prova della Maturità. La filosofia è la strada da percorrere per raggiungere un equilibrio o una conoscenza profonda delle proprie esperienze, così l’uomo può sopportare la sorte o obbedire con maggiore consapevolezza ad una divinità. Questi sono alcuni dei concetti emersi dalla traduzione della versione di latino: semplice nella forma, complessa nella sostanza. Proprio il contenuto potrebbe aver rappresentato l’unico vero grande problema per i maturandi del liceo classico, ma resta il fatto che sia una delle tracce più abbordabili proposte negli ultimi anni al liceo classico. Confermate comunque le ipotesi del “totoesame”: secondo un sondaggio di Skuola.net condotto su 2500 maturandi, 1 su 4 si aspettava infatti proprio Seneca. (agg. di Silvana Palazzo) Clicca qui per la traduzione integrale del testo

E anche la prova di latino è andata: sono infatti trascorse le 4 ore di tempo che gli studenti avevano a disposizione per tradurre “Il valore della Filosofia” di Seneca. Tuttavia non sono mancate le polemiche relative al grado di difficoltà del testo che il MIUR ha sottoposto ai maturandi, c’è chi (probabilmente non abbastanza preparato) si è lamentato dell’eccessiva durezza della prova, altri invece hanno sottolineato come quest’anno i ragazzi del classico siano stati particolarmente fortunati, considerando che tra gli autori Seneca è sicuramente tra i più gettonati; dodici mesi fa, infatti, bisognò tradurre dal greco un brano di Isocrate che all’epoca mise in crisi parecchi giovani. Le prime impressioni a caldo sono molto discordanti, tra chi pensa di aver fatto un buon lavoro e chi invece ha mille dubbi sulla validità del proprio elaborato, in ogni caso non resta che appellarsi alla clemenza della commissione. (agg. di Stefano Belli)

Nessuna sorpresa per gli studenti del liceo classico per la seconda prova della Maturità: è stato scelto Seneca per la traduzione della versione di latino. Il Miur ha puntato sulla traduzione, facendo un “regalo” ai maturandi, perché si tratta di una delle versioni più semplici degli ultimi anni. Per gli esperti si tratta di uno dei brani più abbordabili per chi ha dimestichezza con le lingue antiche. E non è da escludere che tanti studenti lo abbiano già tradotto durante il loro percorso di studi, perché è un testo molto noto, presente in diverse antologie ed eserciziari. Non ci sono periodi complessi, la difficoltà al massimo sta nel ragionamento, perché bisogna seguire il discorso di Seneca e cogliere le diverse sfumature delle persone. Ecco, bisognerebbe fare attenzione al secondo rigo, con due subordinate in serie: questo è il periodo più complesso della versione. Un po’ “pericolosa” è l’apertura dell’ultimo paragrafo con la congiunzione vel. Comunque esce Seneca alla Maturità per la quarta volta negli ultimi vent’anni: due volte con le Epistulae (2017 e 2011), dopo il De Beneficiis del 2007 e le Naturales Quaestiones del 2003. (agg. di Silvana Palazzo) 

È stato il primo rumors confermato praticamente da tutti: Seneca e il suo brano tratto dalle famose “Lettere a Lucilio” dovrebbero questa volta essere piaciuti ai maturandi visto che in Maturità due anni fa il testo era piuttosto complesso anche per latino e per una volta invece è uscito un brano che probabilmente alcuni potrebbero avere già svolto nelle prove di maturità svolte durante l’anno. La versione sul “Valore della filosofia” tratta come argomento principale il tentativo di spiegazione di Seneca all’amico Lucilio su cosa consista davvero l’arte e il valore umano e culturale della filosofia. Non sta nelle parole ma nei fatti, non serve per impedire il temp ma per educare l’animo, regolare la vita e governare le nostre azioni. Filosofia decisiva per la nostra vita e per potere scoprire cosa celi davvero questo destino misterioso: un testo molto interessante che dal punto di vista della traduzione, dicono gli esperti, non è certamente la prova più terribile che potesse arrivare. 

Per una volta il toto-tracce ha funzionato! È infatti Seneca l’autore della Versione di Latino al Liceo Classico per la maturità 2017: un autore già studiato e molto nel programma del Quinto Anno, di media difficoltà nella traduzione ma con una tematica se vogliamo ancora più interessante. Si tratta del brano “Il valore della filosofia” e pare, ma ancora dobbiamo confermarlo appieno, sia stato tratto dall’Epistola 70 (Epistulae Morale ad Lucilium). Stando ai rumors pubblicati da Il Post, la versione proposta ai maturandi è introdotta da questa parte iniziale: «Non possiamo rinunciare al pensiero e all’indagine continua sul senso della vita e delle nostre azioni. La filosofia è l’antidoto alla passività degli atteggiamenti e ci consente di comprendere sempre ciò che siamo e ciò che facciamo. L’autore ribadisce il valore della filosofia all’allievo Lucilio, invitandolo in ogni caso a non perdere mai la passione per l’impegno nella riflessione critica e consapevole». In quella Epistola, ma non pare essere inserita nella versione di oggi, le tematiche morali partono dal valore della vita fino al tema del suicidio: resta ora da capire se vi saranno accenni nel brano anche a queste delicate tematiche. (agg. di Niccolò Magnani) 

Tra poco gli studenti del liceo classico scopriranno l’autore e la versione di latino con cui dovranno confrontarsi per la seconda prova della Maturità. Scoprire in anticipo le scelte del Miur è impossibile, ma nell’attesa si possono tenere d’occhio le statistiche, perché potrebbero aver condizionato il Ministero dell’Istruzione nella scelta. L’autore che è stato chiamato in causa più volte è Cicerone, forse anche per via della mole di scritti che ci ha lasciato, oltre che per lo stile. Il Miur lo ha scelto come autore della versione di latino per la seconda prova scritta per ben 20 volte dal 1969 ad oggi. Al secondo posto Seneca, che invece è uscito 15 volte, mentre sul gradino più basso del podio sale Tacito, che è a quota 4. Per ben tre anni Quintiliano è stato protagonista della seconda prova di latino, due volte sono stati scelti invece Petronio, Velleio Patercolo e Plinio il Govane. All’appello si sono presentati una volta sola Aulo Gellio, Macrobio, Apuleio, Vitruvio e Claudio Mamertino. (agg. di Silvana Palazzo)

Ci siamo, gli studenti dei licei classici di tutta Italia saranno chiamati ad affrontare la seconda prova scritta di maturità, ovvero la versione di latino. Per il terzo anno negli ultimi cinque l’esame di maturità propone la prova di latino e non quella di greco (uscita nel 2014 e l’anno scorso, nel 2016) per gli studenti. Generalmente il latino viene considerato meno ostico, ma molto dipenderà anche dall’autore che il MIUR sceglierà per la traduzione. Negli ultimi anni non sono mancate le sorprese che hanno reso la vita difficile ai maturandi: in questi periodi moderni più che mai l’esame di maturità è soggetto a “soffiate” e fughe di notizie di chi cerca, magari sfruttando internet e la tecnologia, di sapere in anticipo quale sarà il testo della versione. Scegliere un autore meno canonico (come accaduto l’anno scorso con Isocrate per la versione di greco) permette al Ministero di limitare il più possibile le fughe di notizie. 

Le ultime scelte per la versione di latino all’esame di maturità sono state Tacito nel 2015 (autore maggiormente noto e studiato, che mancava dall’esame di Stato dal 2005), Luciano nel 2013 e Quintiliano nel 2012. La scelta dell’autore è fondamentale per comprendere quale potrebbe essere la facilità della traduzione. Ovviamente l’autore della versione per la maturità 2017 è stretto nel massimo riserbo: con la scelta del 2015 Tacito è diventato il terzo autore più utilizzato agli esami di maturità, comunque ancora staccato di gran lunga da Cicerone e Seneca, i più scelti ma trascurati negli ultimi anni proprio perché sono quelli che gli studenti si aspettano maggiormente. Da tenere d’occhio Petronio e Plinio il Giovane, scelti due volte ciascuno nella storia della maturità e che potrebbero tornare in voga per un tris, anche se non è da escludere un esordio assoluto per un autore che potrebbe far saltare le previsioni degli studenti.

Dunque probabili autori e testi minori per diminuire i riferimenti a disposizione degli studenti. Che hanno comunque dei punti fermi da seguire per svolgere al meglio la versione di latino, seconda prova scritta dell’esame di maturità 2017 nei licei classici. Il tempo per lo svolgimento della prova è confermato a 4 ore, mentre come sempre sarà possibile l’utilizzo del vocabolario bilingue. Sarà bene farsi schemi da tenere a mente sullo stile e le particolarità degli autori che potrebbero uscire, e poi buttarli giù cercando di prendere subito il giusto riferimento dal titolo della versione, che potrebbe far parte di un’opera già studiata e tradotta durante l’anno scolastico. Così come prima di tuffarsi anima e corpo nella traduzione, vocabolario alla mano, è necessaria una lettura ed un’analisi del testo in latino per comprendere la struttura della versione, individuando la costruzione della grammatica frase dopo frase. Un aiuto fondamentale che permette di andare poi a cercare a colpo sicuro sul vocabolario.

La filosofia non è un’arte che cerca il favore popolare, né è fatta per essere ostentata; non consiste nelle parole, ma nelle cose (ossia nei fatti, ndr). Ed essa non è utilizzata per far passare le giornate con piacere, o per eliminare la nausea che deriva dal non far nulla (dall’ozio, ndr): la filosofia forma ed educa l’animo, regola la vita, governa le azioni, mostra ciò che si deve o non si deve fare, siede al timone e dirige la rotta nei (inteso come attraverso i , ndr) pericoli di un mare agitato. Senza di lei, nessuno può vivere tranquillo e sicuro; in ogni momento si presentano innumerevoli circostanze che richiedono una direttiva, che va ricercata nella filosofia (letteralmente: e questa bisogna cercarla nella filosofia). Qualcuno dirà: ‘A che mi giova la filosofia, se esiste il fato? A che, se c’è un dio che ci governa? A che, se il caso detta legge? Infatti non si possono cambiare eventi già decisi, né ci si può difendere contro quelli incerti, ma o un dio è padrone delle mie decisioni e ha stabilito che cosa devo fare, o la sorte non permette nulla al mio giudizio. Qualunque di queste cose sia, o anche se esistono tutte, caro Lucilio, bisogna dedicarsi alla filosofia; sia che il destino ci ‘leghi’ (vincoli, ndr) con la sua legge inesorabile, sia che un dio, arbitro dell’universo, abbia disposto ogni cosa, sia che il caso sospinga e muova disordinatamente le vicende umane, la filosofia ci deve proteggere. (Essa) Ci esorterà a obbedire di buon grado a dio, e con fierezza alla sorte; ci insegnerà a seguire la volontà di dio e a sopportare il caso”.

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