Negli ultimi cinque anni l’Italia si è fortemente impegnata nella promozione di un progetto di ricerca e cooperazione scientifica definito dallo stesso commissario europeo alla ricerca e innovazione Carlos Moedas il “più ambizioso mai lanciato nel Mediterraneo”. 

Il progetto è denominato “Prima”, “Partenariato per la ricerca e l’innovazione nell’area mediterranea” ed ha come principale obiettivo quello di sviluppare soluzioni innovative e multidimensionali in materia di agricoltura, industria alimentare e uso delle risorse idriche, promuovendo al tempo stesso la loro concreta applicazione e diffusione al fine di favorire lo sviluppo economico, sociale e ambientale dei paesi dell’area euro-mediterranea. 



L’originalità del progetto risiede principalmente nel partenariato che coinvolge, per la prima volta in un progetto cofinanziato dall’Unione europea, paesi membri — Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna — e paesi non membri dell’Ue: Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia.  



Si tratta di uno strumento importante che attraverso il linguaggio universale della scienza incoraggia il dialogo e la cooperazione tra realtà geo-politiche diverse, ponendo l’accento sulle problematiche e le sfide che ci accomunano e non sugli aspetti che ci differenziano, in una logica di condivisione e di collaborazione. Un autentico ponte di pace che unisce paesi delle due sponde del Mediterraneo i quali potranno finanziare e gestire con pari dignità un’iniziativa molto complessa, sulla base di meccanismi di co-decisione che aiuteranno ad accrescere la fiducia e la stima reciproca fra i partecipanti. 



Il nostro Paese ha visto in questa iniziativa, oltre al valore specifico di promuovere attività di ricerca e innovazione su temi fondamentali per le nostre società, una straordinaria occasione per dimostrare l’efficacia della diplomazia scientifica in una Regione che propone sfide di particolare difficoltà. Il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca italiano (Miur), leader del progetto, ha garantito fin dall’inizio un convinto supporto politico e guidato le varie fasi operative di predisposizione del programma, che costituiva uno degli obiettivi del semestre italiano di presidenza della Ue. 

L’ambizioso traguardo di creare una struttura amministrativa ad hoc, che lancerà bandi di finanziamento sulla base di risorse ad essa assegnate dagli stati nazionali (Ue e non Ue) e dalla Commissione europea, è stato finalmente raggiunto lo scorso aprile quando il Parlamento ed il Consiglio europei, supportati dalla Commissione europea, hanno approvato la creazione dell’Agenzia per l’attuazione del programma Prima, che sarà ospitata dall’Unione per il Mediterraneo, a Barcellona. 

La recente costituzione della Fondazione per l’attuazione di Prima e la nomina a suo presidente del professor Angelo Riccaboni dell’Università di Siena, al quale era stato affidato da parte del Miur il coordinamento del Gruppo di lavoro intergovernativo incaricato di redigere il programma, è stata un ulteriore motivo di grande soddisfazione ed il giusto riconoscimento dell’impegno profuso dal team italiano che in questi anni ha lavorato così efficacemente all’iniziativa e che sarà chiamato a svolgere un ruolo chiave anche in futuro. 

Il nostro paese ha fortemente sostenuto l’idea di un’Europa impegnata nel cammino verso l’integrazione, nella convinzione che le problematiche ambientali e sociali che ci troviamo oggi ad affrontare non conoscono confini e che per farvi fronte sia indispensabile allineare gli sforzi di ogni nazione. Questo progetto dimostra che unendo energie e volontà politica si possono fornire risposte concrete a questioni fondamentali come l’uso efficiente delle risorse idriche nelle aree desertiche e semi-desertiche, l’agricoltura sostenibile e il cibo come fonte di nutrizione corretta e opportunità per sviluppo, crescita e occupazione. 

Il programma pone infatti particolare attenzione anche alle opportunità in termini di occupazione e di nuova imprenditorialità che possono derivare dall’innovazione nel settore agrifood nei paesi dell’area, specialmente con riferimento all’occupazione giovanile e femminile. L’obiettivo di porre i risultati della ricerca al servizio dei vari portatori di interesse fanno di Prima un programma congiunto di particolare complessità e, al tempo stesso, di grande efficacia per garantire uno sviluppo sostenibile ed il benessere di tutte le comunità dell’area euro-mediterranea. 

Ora che è stato raggiunto l’accordo istituzionale, inizia il percorso operativo che porterà a lanciare i primi bandi per finanziare partnership di ricerca e innovazione fra istituzioni e imprese delle due coste mediterranee a fine 2017. Grazie al contributo dei 19 Paesi che aderiscono e al significativo cofinanziamento da parte dell’Ue, il programma avrà una disponibilità complessiva di circa 500 milioni di euro in dieci anni. 

Martedì 18 luglio, alle ore 14.00, presso la Sala della Comunicazione del Miur, in viale Trastevere 76/a, si terrà l’evento nazionale di lancio dell’iniziativa euro-mediterranea Prima, alla presenza della ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e del viceministro degli Esteri Mario Giro.

L’evento del 18 luglio rappresenta un’occasione per consentire a tutti i membri della comunità scientifica italiana di conoscere il programma e i meccanismi di finanziamento dei bandi, e costituirà un momento di forte impulso e condivisione di informazioni tra atenei, centri di ricerca e associazioni di categoria. L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming.