Appena chiusa la nuova mobilità straordinaria che ha sancito la nuova pax sindacale, si sta ora procedendo al rinnovo triennale delle graduatorie di istituto, a cui potranno accedere insegnanti abilitati in seconda fascia ed insegnanti privi di abilitazione in terza fascia per l’eventuale assegnazione di incarichi di supplenza.



A causa della quantità di domande presentate, il sistema informativo del Ministero dell’Istruzione è andato in tilt, scatenando l’ira funesta di tutto il mondo della scuola. In poche ore, sono pervenute circa 700mila domande di iscrizione, che hanno determinato un vero assalto informatico evidentemente insopportabile.



Eppure questo assalto era abbastanza prevedibile per il massiccio ricorso ad insegnanti non abilitati, soprattutto dopo le immissioni in ruolo previste dalla Buona Scuola che hanno lasciato scoperte molte cattedre di insegnamenti fondamentali e non hanno ridotto il ricorso alle supplenze. Anzi, i numeri degli ultimi anni dicono che è aumentata la possibilità di accesso ad un incarico piuttosto lungo anche con la sola laurea. Infatti, il fallito tentativo di svuotare le graduatorie ad esaurimento (Gae), attraverso un piano straordinario di assunzioni, articolato in più fasi, con un matching nazionale tra posti vacanti e domande volontarie da parte degli insegnanti, affidato ad algoritmi non sempre ben calibrati, non ha risolto nessuno dei vecchi problemi, generandone altri. Gli insegnanti ancora iscritti nelle Gae sono ancora molte decine di migliaia, anche grazie all’intervento della magistratura che ha riconosciuto ai diplomati magistrali il diritto di essere iscritti in quelle graduatorie dove però le scuole non trovano gli insegnanti abilitati a cui affidare le supplenze necessarie per garantire il corretto avvio dell’anno scolastico. Inoltre, il primo concorso previsto dalla Buona Scuola non è stato ancora concluso in diverse Regioni, non consentendo così nemmeno la copertura del fisiologico turn over determinato dai pensionamenti per alcune cattedre ed in alcuni territori.



Sono queste le dinamiche che accompagnano l’ingente ricorso a circa 100mila supplenze, con un loro contingente affidato agli iscritti nelle terze fasce d’istituto triplicato rispetto a prima della Buona Scuola.

Come si può intuire, era facile immaginare che alla prima occasione, tutti coloro che aspirano all’insegnamento si catapultassero nella presentazione delle domande per quelle graduatorie che di fatto rappresentano la possibilità più facile per concorrere ad un impiego nella Scuola seppur temporaneo. Da questo punto di vista, non è nemmeno fuori luogo considerare la mole delle domande presentate come il riflesso della condizione del mercato del lavoro italiano. Infatti, per molti neo-laureati un posto da insegnante precario è un pur sempre un’opportunità da non scartare.

Per quanto riguarda la polemica del crollo del sistema informativo, il danno d’immagine del MIUR è evidente, ma era altrettanto prevedibile. Sono ancora pendenti dinanzi a tribunali amministrativi e giudici del lavoro controversie sul funzionamento del sistema informativo per l’assegnazione dei posti a seguito di domanda di mobilità. Provato anche da tempi più stretti entro cui presentare le domande, quest’anno il sistema non ha retto all’onda d’urto dell’afflusso di circa 150 caricamenti al minuto. Considerata la necessità di procedere con speditezza e senza possibilità di proroga per garantire l’aggiornamento delle graduatorie in tempo utile per evitare i ritardi che hanno caratterizzato lo scorso anno scolastico, forse occorrerebbe ripensare a un’architettura informatica obsoleta su cui non si investe da anni, nonostante gli utenti e le procedure da gestire on line siano sensibilmente aumentati.