Fatta la legge, trovato l’inganno: così recita un vecchio proverbio. Nel caso dei vaccini potremmo parlare di una scappatoia, sempre che esista per davvero. C’è un sistema di istruzione parallelo grazie al quale le famiglie possono non mandare a scuola i propri figli, provvedendo da sé. Secondo l’ultimo censimento del Miur un migliaio di famiglie in Italia hanno intrapreso la strada dell’educazione fai da te. Su questo sistema, nel quale i controlli non sono sempre serrati, si stanno dirigendo le famiglie che sono contrarie alle vaccinazioni. Una scuola “no vax” apre oggi a Orbassano, alle porte di Torino. La Scuoletta Montessori non richiede alcun certificato con le vaccinazioni dei bambini iscritti: «Siamo un’associazione culturale e non rientriamo nell’ambito di applicazione del decreto Lorenzin, ma non è questa la nostra prerogativa. Qui può venire chi vuole. Il 30% dei bambini iscritti è regolarmente vaccinato», ha dichiarato la presidente Mara Parisi a La Stampa. La Montessori respinge l’etichetta di scuola “no vax, ma il caos generato dal decreto del governo ha provocato una decisa impennata alle iscrizioni.
LE FAMIGLIE ANTI VACCINI SI ORGANIZZANO
Non vuole che la sua scuola venga etichettata “no vax”, ma per pura coincidenza la presidente Mara Parisi non ha figli vaccinati né crede che il sistema delle vaccinazioni sia giusto: «Dovrebbero essere effettuati screening individuali e i vaccini non dovrebbero contenere metalli pesanti. La nostra intenzione è di non fornire nessun certificato, poi se ci saranno problemi vedremo con i nostri legali», ha dichiarato la numero uno della Scuoletta Montessori a La Stampa. Le famiglie anti vaccini si organizzano e promettono di combattere dentro il sistema ufficiale visto che le scuole che offrono scappatoie sono poche. Un decalogo è stato diffuso dalle associazioni «no vax»: i genitori devono rimandare i colloqui con le Asl e in ogni caso registrarli, prendere tempo finché non arriva la multa, poi rivolgersi agli avvocati; chiedere ai pediatri la verifica dei titoli anticorpali; infine, minacciare di denunciare insegnanti e altri genitori che chiedono lumi sullo stato di vaccinazione dei propri figli.