Resta caldo il tema del riscatto della laurea ai fini pensionistici. L’idea di renderlo gratuito per i giovani nati tra il 1980 e il 2000 – i cosiddetti Millennials – e per coloro che sono iscritti oggi a un corso di studi universitari potrebbe essere concretizzata, ma si stanno valutando anche alternative. Al vaglio ci sono infatti già diverse ipotesi, nonostante non manchino gli oppositori. La questione rilevante riguarda comunque la platea dei beneficiari e le caratteristiche del riscatto. Secondo Consulenti Studi Fondazione del Lavoro, è emersa anche l’idea di garantire il riscatto gratuito solo a chi perfeziona il conseguimento del titolo di studio negli anni previsti dal piano di studi e/o con un buon punteggio di laurea. In questo modo non sarebbe esteso indiscriminatamente. Gli elementi di criticità però non mancano: quello principale riguarda la mancanza di retroattività della proposta di riscatto gratuito, quindi verrebbe penalizzata una vasta parte di lavoratori già laureati al momento dell’eventuale approvazione della norma.
I CORRETTIVI PER EVITARE SQUILIBRI
I nodi da sciogliere riguardo la proposta di rendere gratuito il riscatto della laurea sono diversi, ma per gli esperti sarà fondamentale legare il merito alla gratuità. Questo infatti eviterebbe l’insorgenza di squilibri eccessivi e permetterebbe di diversificare il riscatto oneroso e un eventuale accredito figurativo negli anni di laurea. Potrebbe, ad esempio, valere solo al diritto e non al calcolo pensionistico, quindi inciderebbe di meno sulla finanza pubblica. E allora secondo Consulenti Studi Fondazione del Lavoro sarebbe opportuno cominciare a pensare a dei “correttivi strutturali” per l’adeguamento sempre più in là alla speranza di vita che porta alla decorrenza della pensione, sia di vecchiaia che di anzianità contributiva. Il rischio concreto però, come riportato da Orizzonte Scuola, è di “scollare” in maniera definitiva la permanenza effettiva al proprio posto di lavoro dalla decorrenza del pensionamento.