Gli organi collegiali, così come sono ora, hanno ancora senso? La domanda sembra lecita, data la partecipazione sempre più limitata della componente genitori, e alle superiori le perfomance degli studenti non sembrano migliori. Navigando sul web, si nota un lento e generale moto di spegnimento. Sono sempre più diffusi i casi in cui negli istituti comprensivi la partecipazione delle famiglie alle elezioni non superi il 10 per cento degli aventi diritto e, spesso, accade che alle superiori i consigli di classe non abbiano rappresentata la componente dei genitori. Le assemblee degli istituti secondari lasciano a desiderare e i motti delle liste in certi casi sono spassosi. Al liceo Vivona di Roma qualche anno era in lista “Uscita d’emergenza: vale la pena evadere”, mentre allo scientifico Castelnuovo di Firenze due studentesse si presentarono con la frase “Lui sa che le donne hanno le ali”. Il generico e popolaresco “Carpe diem” spopola tra gli studenti medi di Lecce, Caltagirone e anche tra i genitori di Azzano Decimo di Pordenone, mentre al Virgilio di Milano tra diverse compagini si sono contrapposti due gruppi all’insegna di “No Frank” e “Pinga”; su tutti poi spicca il Marinelli di Udine con il fonico slogan “Amplifon – per sentire meglio la voce degli studenti”.
Ma non tutto è da buttare, non tutto parla di crisi e disimpegno. La storia e il lavoro di Maurizio Piscopo, campano d’origine, dipendente della Difesa alla Spezia, padre di tre studenti, tra le medie e le superiori, lascia di stucco. Presidente del consiglio d’istituto da diversi anni dell’Isa n. 4 (istituto scolastico autonomo) che si affaccia sulla centralissima Piazza Verdi, da quando il figlio maggiore era alla primaria (poi sono arrivati gli altri) gode della fiducia della preside, del Dsga e ha intorno centinaia di genitori che lo sostengono. Per come vanno le cose, sembra un piccolo miracolo. Mentre racconta la sua storia è un fiume in piena. “Non bisogna mollare e non possiamo farci soffocare dai mille vincoli burocratici, perché la scuola dei nostri figli non può non interessarci e bisogna fare in modo che sia un bel posto in cui studiare o fare sport”.
Tuttavia, com’è noto, la maggior parte dei comuni investono pochissimo in manutenzione e le scuole, che non sono proprietarie degli edifici, spesso hanno infiltrazioni dal tetto, infissi deteriorati, bagni degradati, laboratori desueti, tende che nessuno lava da anni, pavimenti sconnessi. Piscopo ha cominciato come rappresentante di classe, dalle feste di fine anno e insieme al comitato genitori di cui è presidente ha organizzato corsi extrascolastici di musica, di lingua inglese, vari progetti di sport, corsi di minivolley, mettendo su spettacoli memorabili, con l’aiuto di moltissimi genitori. Il tutto esaurito ha ovviamente ripagato l’impegno profuso.
La realizzazione dell’aula multimediale, nata dalla richiesta di aiuto a svolgere le lezioni con computer di nuova generazione, da parte dell’insegnante di informatica e che ha coinvolto tutto il Comitato genitori, è il fiore all’occhiello dell’Isa 4. Per la realizzazione è nata una rete di genitori, che hanno messo a disposizione in modo completamente gratuito il proprio tempo e le proprie competenze.
Come accade dovunque, fare squadra è contagioso. E così, più che lamentarsi, in molti hanno cominciato a sentirsi protagonisti e invece di frequentare le redazioni dei giornali con articoli di protesta si sono messi a collaborare. “Non è vero che ci sia menefreghismo e che domini il lamento. Se c’è qualcuno che valorizza le persone e le fa sentire utili, che le ascolta, accade che prevalga il positivo”. Anche tanti docenti si sono accorti di questo moto spontaneo e positivo e il dirigente scolastico apprezza tutto questo darsi da fare. Ora il comitato e il suo presidente sono continuamente interpellati su questioni di varia natura, dalla macchina per le pulizie alle tende e il ricavato di varie iniziative e feste viene investito in progetti discussi in precedenza. Maurizio Piscopo sostiene che “la maggiore partecipazione dei genitori alla vita della scuola, sarà sempre una necessità: non solo per motivi economici (le risorse sono sempre minori per cui bisogna far fronte con i altre fonti di finanziamento), ma soprattutto per la costruzione condivisa di un patto tra scuola e famiglia”.