Per qualche candidato preside italiano, la prova scritta nella quale si è cimentato questa mattina è stata definita semplice, per qualcun’altro, invece, il contrario, come accade in ogni concorso. Cinque in tutto i quesiti uguali per tutti ed a risposta aperta relativi a più aree tematiche e che prevedevano come incipit o nel corpo della domanda la seguente formulazione: “Il candidato evidenzi, in relazione al quadro normativo di riferimento ed alle responsabilità dirigenziali, le principali azioni del dirigente scolastico nella situazione e nel contesto professionale di seguito descritti…”. A svelare i temi dello scritto è il portale Tecnica della Scuola: il primo quesito era relativo al “coordinamento del dirigente scolastico con gli organi collegiali per la redazione, esecuzione e monitoraggio del Piano d’offerta formativa triennale”; il secondo è stato relativo all'”ampliamento dell’offerta con la scelta di esperti interni ed esterni ed esterni e il collegamento tra PTOF e gestione contabile e finanziaria”. Nel terzo quesito i candidati dovevano indicare la condotta in caso di studenti assenteisti o in ritardo anche in seguito al richiamo ai genitori. E’ stato poi chiesto quale fosse la strategia da adottare per alunni del primo ciclo al fine di migliorare i risultati. Infine, le strategie didattiche imposte dal preside. I due quesiti in inglese, infine, erano basati sull’uso dei device e sul sistema scolastico olandese. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“QUESITI IN INGLESE SEMPLICI”

Nella mattinata di oggi ha preso ufficialmente il via la prova scritta del concorso per aspiranti presidi e che ha visto protagonisti oltre 8700 futuri dirigenti scolastici i quali mirano ad occupare uno dei 2425 posti messi a disposizione. Il portale Tecnica della Scuola, tramite un collaboratore, Paolo Fasce, insegnante di Genova, ha riportato la cronaca della mattinata durante la quale gli aspiranti presidi si sono trovati davanti “cinque quesiti e due brani in inglese corredati da cinque domande a risposta chiusa ciascuno”. Dopo aver impiegato circa un paio di ore per i cinque quesiti, il collaboratore è passato ad esaminare i brani in inglese che ha ritenuto “semplici, ma altri hanno detto che erano difficili (o sono diventato C1 a mia insaputa, oppure loro non sono B2, temo)”, ha commentato. Tutto sommato, a parte il tempo limitato a sua disposizione, uno dei quasi novemila candidati che questa mattina si è cimentato nella prova scritta ha ritenuto il test fattibile, tanto da supporre di esser passato. Ora, dunque, non resta che attendere i risultati finali. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CISL SCUOLA: “SISTEMA SELEZIONE DIRIGENTI DEBOLE”

Gli aspiranti presidi sono tornati tra i banchi oggi per la prova scritta del concorso per dirigenti scolastici, ma è caos ricorsi perché ieri, all’ultimo minuto, un decreto cautelare del Consiglio di Stato ha ammesso 170 candidati in più, ma con riserva. Ci sono poi altri ricorsi al Tar, molti dei quali già respinti, che sono in attesa del giudizio in appello. Lena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, si è scagliata contro un sistema di reclutamento che ritene «debole» fatto in questo modo. «Così è sempre il caos», ha aggiunto. «Avremmo bisogno di una selezione diversa per la dirigenza scolastica, costruita sulla base di una nuova formula che non può essere quella del concorso, dove le prove sono affidate al cattivo tempo o al sistema informatico che salta», ha proseguito Gissi, secondo cui i rilievi «andavano fatti prima della sua pubblicazione» visto che il «Consiglio di Stato ha avuto tra le mani il bando per ben tre volte». (agg. di Silvana Palazzo)



CONCORSO PRESIDI, OGGI LA PROVA SCRITTA

È partito ufficialmente il concorso presidi: oggi giovedì 18 ottobre via con la prova scritta. Gli aspiranti presidi hanno due ore e mezza per rispondere a sette domande: cinque a risposta aperta, due in lingua straniera. Sono 8.736 i candidati che hanno superato già la prova preselettiva e ambiscono ad ottenere uno dei 2.425 posti a disposizione dal prossimo anno scolastico per guidare un istituto scolastico. In sostanza, ne passerà uno su tre, ma prima i candidati dovranno superare anche una prova orale. Il punteggio massimo che si può conseguire nella prova scritta è di 100 punti, che derivano dalla somma dei punteggi ottenuti in ciascuno dei sette quesiti. A ciascuno dei cinque a risposta aperta è attribuito un punteggio massimo di 16 punti, mentre a quelli in lingua straniera è attribuito un punteggio massimo di 10 punti, cioè 2 per ciascuna risposta chiusa corretta. Il punteggio minimo per superare la prova è di 70 punti.

UNO SU TRE DIVENTERÀ DIRIGENTE SCOLASTICO

Le domande a risposta aperta vertono su normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei. Le due a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei. Dopo la pronuncia del Tar, potrebbero essere ammessi però anche i 91 aspiranti presidi che hanno fatto ricorso in Campania per un blackout durante il test di preselezione dello scorso 23 luglio. Inoltre, stando a quanto promesso dal ministro dell’Istruzione Bussetti, sarà invece cancellato il periodo di quattro mesi di corso e tirocinio che i neopresidi avrebbero dovuto svolgere prima di poter entrare in ruolo. Quindi, come riportato dal Corriere della Sera, seguiranno questo periodo di formazione dopo aver cominciato il loro lavoro. Ma in questi giorni è partito il nuovo anno scolastico, che vede una scuola su quattro ancora senza preside. Anche per questo motivo il concorso presidi partito oggi con la prova scritta acquisisce ulteriore importanza. In ballo ci sono infatti 2.425 posti.