Quando si dice che la scuola è sul pezzo! La redazione del Sussidiario mi informa che è uscita la nuova circolare sulla maturità proprio mentre sto entrando in un consiglio di classe quinta: anche altri colleghi non ne erano al corrente, e la leggiamo in diretta per capire cosa stia cambiando.
La prima cosa, già nota, è la scomparsa della terza prova. La quale sarebbe stata splendida se la si fosse attuata com’era nella legge di vent’anni fa: si era presto ridotta ad una farsa, riposi in pace.
Ad un rapido esame, la prima prova sembra ridisegnata con autentica competenza, sarà che il gruppo di lavoro è stato guidato dal professor Serianni che tutto è tranne che “il solito burocrate”. Vengono semplificate e rese comprensibili le “tipologie”; è impostata molto meglio l’analisi e comprensione del testo; scompare finalmente quell’angosciante “saggiobbreve”, ventennale tirassegno di sarcasmi. Ed il tutto è scritto in italiano scorrevole ed efficace! Ma di questo sapranno discutere i colleghi letterati: da parte mia, devo annunciarlo ai ragazzi della quinta serale, che proprio per stasera (ieri, ndr) avevano in programma l’ultimo saggio breve della storia.
La vera novità, e speriamo che il “sistema” non la neutralizzi come già avvenne con la terza prova, è che nella seconda verranno valutate “una o più discipline”, puntando alle reali competenze interdisciplinari sulle materie di indirizzo e non, invece, ad una diligente esecuzione di qualcosa sempre uguale a se stesso. Perché il nuovo ordinamento della scuola superiore è già andato a regime da diversi anni, le linee guida (così innovative soprattutto per gli istituti tecnici) chiedono alle scuole di usare la propria autonomia per elaborare programmazioni originali, legate alle esigenze del territorio e ai progressi scientifici e culturali delle varie discipline, ma poi alla fine ci si sente ripetere che si deve sempre spiegare lo stesso vecchiume, sugli stessi vecchi libri, “perché poi questo esce all’esame”.
Penso alle mie classi di Sistema moda-tessile, quest’indirizzo così ricco a cavallo tra tecnica e creatività (almeno quando viene realmente sviluppato secondo le linee guida). Le materie caratterizzanti sono quattro, tecnologia tessile, ideazione, chimica ed economia/marketing: perché non pensare che un anno la seconda prova privilegi l’aspetto produttivo, unendo tecnologia e chimica, e l’altro anno quello creativo-applicativo, unendo ideazione e marketing? Anzi, se qualcuno fosse in ascolto, io l’idea ve l’ho data…
Senza trascurare che la cosa più naturale sarebbe l’integrazione tra l’inglese e la disciplina oggetto di Clil, anche perché in molti questa pratica la prendiamo realmente sul serio, nonostante le difficoltà.
Altra novità è la pubblicazione di griglie di correzione unificate: qui il discorso si fa sdrucciolevole e richiederebbe più di un articolo per essere esaminato nel dettaglio. Per chi ha in mente un modello di scuola moderna, basato sulle competenze nell’autonomia, l’idea delle griglie comuni nazionali è già un po’ stridente; certo, aiuterebbe a contenere gli sforzi di protagonismo di taluni presidenti o commissari, che portano a tante disuniformità di valutazione. Ma il meccanismo delle griglie non è mai stato recepito efficacemente da una scuola abituata ad una valutazione che eufemisticamente potremmo chiamare “olistica”. Probabilmente sarà meglio riprendere l’argomento in seguito.
Di novità ce ne sarebbero ancora parecchie; non mi fa piacere che sia stato “temporaneamente sospeso” il requisito di aver svolto tanto l’Invalsi quanto l’alternanza scuola-lavoro per poter essere ammessi agli esami. So che siamo in pochi a pensarla così, ma finché non si agisce in modo deciso non si potranno superare i ritardi e i traccheggiamenti nell’attuare queste importanti innovazioni. Analogamente si potrebbe riflettere sul peso delle varie voci che oggi vanno a costituire il punteggio finale.
Ma per il momento le riflessioni a botta calda possiamo chiuderle qui. Il nostro consiglio di classe ha avuto la soddisfazione di inserire in tempo reale il nuovo assetto della maturità nel piano di lavoro da sviluppare quest’anno, così ci portiamo avanti con il molto lavoro da fare; e buona fortuna a tutti.