La circolare ministeriale del 7 novembre 2018 ha anticipato il periodo delle iscrizioni alle scuole dell’infanzia e a quelle di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2019/2020. Dalle ore 8 del 7 gennaio 2019 alle 20 del 31, le famiglie, dopo la fase di registrazione al servizio Iscrizioni online sul portale del Miur, potranno inviare la propria richiesta alle scuole.
È periodo, questo, di presentazioni e open day, scuole aperte, stage: in modi diversi le scuole illustrano la loro offerta formativa, riassunta e descritta nei piani triennali in corso di revisione e aggiornamento da parte dei collegi dei docenti e delle commissioni deputate.
Da docente, dentro la scuola, sorge spontanea una domanda: si tratta soltanto di un’occasione di marketing, di una spolverata alla vetrina, di un gioco di concorrenza tra le scuole del territorio o c’è di più, c’è qualcosa di più sotto il movimento e il lavoro di questi giorni, nella preparazione degli eventi e nell’aggiornamento del Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof)? E in che modo, di fronte al proliferare di questi eventi, una famiglia può scegliere la scuola per il proprio figlio o aiutarlo a compiere il passo verso la secondaria di II grado se, frequentando l’ultimo anno della scuola media, è giunto a una delle prime scelte importanti della sua vita?
C’è un filo rosso che lega le risposte a queste domande. Cosa sia un open day me lo disse una volta un collega, appena arrivato su uno spezzone di ore, ancora poco dentro la scuola dove allora insegnavo: un’occasione per lui di vedere cosa si fa ogni giorno dentro le aule, nelle ore degli altri insegnanti, un’occasione per lui di vederne il valore.
Ha ragione, io credo, fosse anche solo per quel pensiero che mi ha attraversato alla fine della giornata in cui, con altri docenti e i ragazzi, ho finito quest’anno di preparare la scuola per il nostro open day: il pensiero, cioè, che quella giornata fosse davvero importante per capire un po’ di più che cosa è la scuola.
Sono due i giudizi su cui si fonda questo pensiero: il primo è che ciò che si mostra nei giorni degli open day è il culmine di ciò che è la scuola, ogni giorno; è un lavoro di sintesi, dentro il quale non c’è solo quello che appare; è un exemplum mirabile e unico di quello che vibra dentro ogni singola ora delle nostre lezioni. Il secondo è che, nei giorni degli open day, vedendo quello che i nostri alunni imparano e fanno nelle discipline che non insegniamo, noi docenti possiamo ridare all’esperienza scolastica il respiro ampio dell’universitas, in cui l’unità del sapere era caratteristica intrinseca del conoscere e dell’imparare.
Le attività del laboratorio di scienze, l’aula di lettere, i concerti e le mostre di arte e di ciò che i ragazzi producono nei laboratori creativi, le attività di lingua e quelle del laboratorio di informatica descrivono il panorama su cui si staglia la crescita umana dei nostri studenti, lo skyline su cui l’aggettivo “globale” dello sviluppo della persona acquista senso e completezza, e il contributo che ogni docente può dare per la formazione dei suoi alunni è tanto più grande quanto più riconosce che la disciplina di cui è titolare si inserisce in questo contesto più ampio.
Vale la pena spendere ancora una parola, sul valore degli open day, per chi la scuola non deve sceglierla, ma la fa già e la vive ogni giorno: è uno spettacolo vedere studenti – spesso impacciati nelle interrogazioni – raccontare e mostrare ai più piccoli e ai genitori, nei giorni degli open day, progetti e attività a cui hanno partecipato. Coinvolti nelle spiegazioni danno il meglio di ciò che sono, complice il fatto che il compito che gli è richiesto fa emergere in loro la consapevolezza tante volte nascosta o trascurata del percorso e delle proposte che gli insegnanti mettono loro davanti. Emergono e si svelano le competenze, nelle loro parole, e si coglie quanto un alunno abbia fatto sua un’esperienza, un progetto, qualcosa che ha visto; si capisce cosa ha compreso, cioè cosa ha preso e accolto in sé di ciò che tu, da docente, hai voluto donargli e ciò che poi ha messo di suo.
Sarebbe bello ci fossero più giornate come queste nel corso dell’anno scolastico; e se questo non è attuabile per il carico di energia che l’organizzazione di un evento del genere richiede, vale la pena comunque cercare ogni occasione per far emergere la coscienza di ciò che si fa: è una strada, quella degli open day, che è chiamata a tracciare il solco di ogni passo del quotidiano.
Le scuole diventano belle, nei giorni degli open day: se puoi aggirarti nei corridoi e nelle aule nei giorni precedenti vedi un movimento di alunni e docenti che allestiscono spazi, preparano video, cartelloni, presentazioni; costruiscono ed esprimono qualcosa insieme e dicono con il loro lavoro una parte di sé.
Come scegliere, dunque, una scuola? Che cosa guardare? Qual è il motivo per cui vale la pena scegliere una scuola piuttosto che un’altra?
C’è un criterio che se vogliamo è più impalpabile di dotazioni didattiche, progetti, primati di innovazioni, aule e ambienti moderni ed attrezzati; è più impalpabile, ma più decisivo, ed è quell’aria frizzante e vivace che si percepisce in un open day, una scuola in cui si respira il desiderio e la voglia di condividere. È questo, il punto vincente, di ciò che una scuola ha da proporre. Vale la pena cercare una scuola dove emerga la passione educativa dei docenti, la voglia di mettere in gioco sé e dove i ragazzi sono coinvolti e aiutati a guardare il valore di ciò che sono e di quello che fanno. Non solo per il domani, quando saranno chiamati a fare un lavoro, ma per il loro oggi di alunni e studenti che vanno a scuola e sono chiamati nell’oggi a crescere e a costruirsi come persone.
Le scuole diventano belle, nei giorni degli open day, e questa bellezza ci ricorda come è e dovrebbe essere ogni giorno la scuola: un luogo dove la curiosità e l’apertura, l’amore al sapere e il saper dire ciò che si fa e ciò che si è imparato mette insieme alunni e docenti nella grande avventura del conoscere e del crescere insieme.
Andate, dunque, a vedere le scuole, nei giorni degli open day. Al di là delle Lim in tutte le classi e delle più innovative dotazioni tecnologiche, ci potete trovare quella ricchezza che attraversa ogni giorno ordinario del nostro lavoro. È questa bellezza ciò che una scuola che si rispetti può e deve offrire ai ragazzi nel mondo di oggi.