Secondo il sindacato Anief, il Concorso Presidi bandito nel 2017 dal Governo Gentiloni (e non ancora concluso) vedrà l’assunzione di tutti i 2900 candidati che passeranno la parte orale dell’esame pubblico: «I candidati ammessi al corso conclusivo del corso-concorso bandito nel 2017 per il reclutamento dei dirigenti scolastici, sono dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine della graduatoria di ammissione al corso, nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili», si legge nell’articolo 10 del Decreto Semplificazione del Miur (riportato dal Corriere della Sera, ndr) dove si può comprendere, con qualche sforzo immaginativo di traduzione dal burocratese, esattamente quanto detto in precedenza. In prima battuta, il bando per Dirigenti Scolastici (di recente siglati gli aumenti stipendiali per la categoria, dopo 10 anni di attesa) era previsto per 2.425 aspiranti presidi e diviso in due fasi: il concorso “vero” articolato in prova preselettiva, scritto e orale. Al termine di questa prima fase sarebbe stata pubblicata una graduatoria di merito che dava accesso alla fase 2, ovvero quella di un corso semestrale di formazione e tirocinio: a tale corso sarebbero entrati in 2900, salvo poi essere assunti solo i primi 2425 in base ai risultati di una ulteriore prova scritta e orale.
DECRETO SEMPLIFICAZIONE E NOVITÀ SUL CONCORSO PRESIDI
Se siete riusciti a seguire tutto fin qui senza perdervi, significa che ora potrà esservi anche più chiaro il perché di quel “liberi tutti” di fatto contenuto oggi nel Decreto Semplificazione per il concorso presidi 2017: i vincitori del concorso verranno assunti subito, senza dover prima sostenere il semestre i formazione e tirocinio previsto dal bando, sembra vi sia contenuto dal Decreto come spiega l’Anief. In questo modo però ad essere assunto sarebbe il 100% degli aderenti, 2900, ovvero tutti gli ammessi al corso. «Acceleriamo il percorso – aveva detto il Ministro Bussetti al Corriere della Sera a settembre – i dirigenti potranno prendere servizio dopo la prova orale, se lo passeranno, senza dover fare i quattro mesi di corso: siamo pronti a fare una legge da subito». Ora però con questo Decreto qualcosa potrebbe cambiare ulteriormente visto che vi è scritto «risorse stanziate negli anni 2018 e 2019 per il semi-esonero del personale frequentante il corso di formazione previsto dall’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non piu’ necessarie a tale scopo, confluiscono nel Fondo La Buona Scuola per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica, di cui all’articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107, nella misura di 8,26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 per essere destinati alle assunzioni di personale». Tra un burocratese e un altro, si può intuire che d’ora in poi verrà tagliata la “formazione” dei Dirigenti scolastici aprendo un problema in seno alla fattibilità dell’esame (tutti vincitori se passano l’esame) e ovviamente alla qualità della formazione di un professionista cui si vede ridurre il tempo per poter accrescere le proprie specifiche.