Si è svolto al Gran Sasso Science Institute (Gssi) a L’Aquila, in occasione del nono anniversario dal terremoto, l’XXI congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Valutazione (Aiv). Il convegno ha avuto come filo conduttore delle sessioni “la valutazione per uno sviluppo equo e sostenibile”. E in effetti nelle sessioni plenarie prima e parallele poi si è discusso soprattutto di come la valutazione possa costituire uno strumento a disposizione del benessere, dell’equità e della sostenibilità degli attori che vi prendono parte.
Non a caso, il convegno si è aperto con una presentazione offerta da Rob Van den Berg (presidente dell’Associazione Valutazione e Sviluppo) sui contributi e le potenzialità della valutazione in funzione dell’Agenda 2030 e con la presentazione delle misure di benessere, equità e sostenibilità contenute nel Rapporto sul Benessere (Bes) prodotto annualmente dall’Istat. Gli indicatori del Bes, in tutto 129, sono articolati in 12 domini e tra questi vi è quello relativo all’istruzione e alla formazione. Nel rapporto questo indicatore è inteso come partecipazione ai processi formativi, livelli delle competenze acquisite, dispersione, formazione continua, inclusione in relazione alle identità di genere o etniche.
Il convegno ha rappresentato un’occasione di riflessione per molti esperti che lavorano su ambiti anche molto diversificati: si pensi alla valutazione delle politiche sanitarie o a quella delle performance nella pubblica amministrazione o ancora all’impatto delle politiche comunitarie. È però indiscutibile come, almeno in questo convegno, la valutazione dei sistemi formativi abbia avuto un peso determinante nel numero dei contributi presentati. Si è allora discusso di pari opportunità nei percorsi formativi e di impatto delle politiche finalizzate alla riduzione del gap di genere. Ancora, si è ragionato su come è possibile valutare l’impatto delle tecnologie comunicative nei contesti educativi e di come valutare un miglioramento che sia realmente sostenibile per le scuole. A questo proposito, nel corso del convegno è stato dato spazio alla presentazione del volume Per una valutazione delle scuole, oltre l’adempimento. Riflessioni e pratiche sui processi valutativi (Franco Angeli 2018), il cui titolo ben sintetizza come, in questo convegno più che mai, la valutazione venga concepita come qualcosa che sia realmente a servizio dell’implementazione di pratiche migliorative. La curatela raccoglie i contributi di molti esperti di settore ed è organizzato in tre parti: una prima parte offre una serie di riflessioni su autovalutazione, valutazione e miglioramento e innovazione didattica; una seconda parte si lega alle pratiche con contributi sulla sperimentazione Vales, alla valutazione dei dirigenti e degli insegnanti, all’Istruzione e formazione professionale (IeFP), all’innovazione scolastica ed, infine, è riportato un esempio di ricerca-intervento territoriale (micro) a partire dagli orientamenti nazionali (macro); la terza e ultima parte riporta alcune esperienze sulla valutazione interna/esterna, sulla rete Au.Mi.Re e sulle visite di valutazione esterna. Chiudono il volume una serie di riflessioni di Serafina Pastore (in questi giorni a New York per ritirare il prestigioso premio di Emerging Scholar presso la American Educational Research Association) dal titolo “Summing up and step forward” che ben rendono l’idea di quanto il cantiere sul tema della valutazione risulti aperto e di come questo sia oggi più vivo ed effervescente che mai, almeno in relazione ai sistemi di istruzione.
Un clima molto diverso da quello che si respira nei programmi degli imminenti governi: in tema di istruzione, l’approccio alla valutazione è qui concepito secondo una vecchia e superata prospettiva legata a logiche competitive e selettive dove quindi il sistema di valutazione di istruzione nazionale è semplicemente da rimuovere e smantellare.