Su La Repubblica di oggi si approfondisce un punto ancora ben poco chiaro dei progetti di “riforma” sul mondo scuola lanciati dal neo Governo Lega-M5s: il bonus docenti e il suo rinnovo o eventuale “pensionamento”. La Buona Scuola, come la Riforma Fornero, sia Salvini che Di Maio intendono “disintegrarle” sotto il peso della novità gialloverde. Ma al momento ai proclami non hanno avuto seguito direttive o norme nuove intentate dal Ministro Bussetti: in particolar modo, il bonus merito da 500 euro destinato a tutti i docenti d’Italia per la “formazione” e la “cultura” al momento ha un destino tanto oscuro quanto imprevedibile. Secondo la norma istituita dal Governo Renzi (e i successivi provvedimenti) le somme dell’anno in corso e quelle eventualmente residuate dall’anno precedente andrebbero spese entro il 31 agosto prossimo. Il Bonus docenti da 500 euro però vede, specie sui social, un allarme piuttosto inflazionato che recita testuale: «spendete tutto entro fine agosto», visto che potrebbe non essere più rinnovato a partire dall’anno prossimo. Ricordiamo come la riforma Renzi-Giannini del 2015 ha introdotto la Carta del docente che consente a tutti gli insegnanti di poter acquistare fino all’esaurimento di quei 500 euro riviste, libri, spettacoli culturali, computer e diversi corsi di formazione. A dispetto di tanti altri aspetti della Buona Scuola che non sono per nulla piaciuti, il Bonus merito è forse l’elemento maggiormente gradito dal mondo Scuola che ora si chiede che fine farà con l’arrivo del nuovo Governo.



IL SILENZIO DEL MIUR

«In effetti avremmo dovuto considerare quella come scadenza ultima ma su mandato del ministro stiamo lavorando per rendere disponibili quelle somme anche per il prossimo anno scolastico»: a dirlo sono alcune fonti del Miur riportate sulla Repubblica di oggi e fanno riferimento alla scadenza di fine agosto imposto dalla vecchia norma. Dagli studi emersi in questi tre anni al Ministero, il Bonus previsto dalla legge 107 è stato speso soprattutto per l’acquisto di tablet e computer visto il diffondersi ormai a macchia d’olio in tutto il Paese del registro elettronico. Le associazioni e i sindacati temono però che il tesoretto messo a disposizione per questa misura – circa 380milioni di euro – possa divenire “utile” per finanziare altri punti del Contratto Lega-M5s allontanando dal mondo scuola anche quelle (insufficienti) risorse che non dispiacevano nella pur criticissima riforma scolastica renziana. Da viale Trastevere presto arriveranno indicazioni in merito, ma al momento il “consiglio” lanciato dalle sigle scolastiche è quello di spendere tutto il budget rimasto a disposizione per ogni docente – ricordiamo che è cumulativo, per questo alcuni hanno ben più di 500 sul proprio “portafoglio elettronico” – visto che non è affatto detto che verrà rinnovato anche per il prossimo anno.

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