L’autonomia delle scuole è una grande scommessa non solo tecnica, ma anche educativa, pedagogica e politica da non perdere. Le esperienze in ogni campo dell’autonomia scolastica, devono continuare a seguire il percorso iniziato con l’esplorare, progettare, ricercare, provare, prima di appellarsi ancora a grandi riforme che possono cambiare la scuola dall’alto.
Senza dubbio la scuola dell’autonomia chiede di essere conosciuta e praticata, ma va assunta nel suo valore sostanziale per costruire il cambiamento. Tutte le forze della scuola e, ancor di più, i docenti, i dirigenti, le famiglie e i soggetti del territorio devono sentirsi catalizzati in questo sforzo per rimettere al centro la libertà, che richiede anch’essa di essere fatta crescere ed educata per rispondere alla grande emergenza educativa. Lo scopo dell’autonomia delle scuole resta quello di sempre: educare istruendo con una collaborazione aperta a tutto campo avendo come suo scopo la formazione e lo sviluppo del soggetto umano. Autonomia, responsabilità, libertà, apertura all’esperienza, coscienziosità, appartenenza, ricchezza relazionale, stabilità emotiva, creatività e intrapresa: sono tutti elementi decisivi per la scuola e per la società.
La flessibilità didattica ed organizzativa, il curricolo di scuola e l’organico dell’autonomia sono gli strumenti più significativi di attuazione, sostegno e promozione dell’autonomia scolastica. Per vedere la loro implicazione operativa si deve attingere al Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof).
Operare con il Ptof senza essere consapevoli della sua pregnanza vuol dire aumentare i pericoli di un’autonomia distorta e degenerata. Vale, quindi, la pena di esplorare la posta in gioco puntando ad un orizzonte di senso pedagogico che miri a far emergere la qualità della vita educativa reale che le scuole puntano a costruire. La tentazione di considerare il Ptof soltanto un adempimento tecnico-amministrativo è forte. Il Piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre e può rappresentare un’occasione straordinaria per chiamare tutti i protagonisti della vita della scuola a riflettere ed a agire su alcuni nodi fondamentali dell’esperienza educativa, su conseguenti scelte pedagogiche che decidono della qualità educativa non solo dell’esperienza scolastica, ma anche della convivenza civile e del tipo di sviluppo che si intende costruire nel Paese.
Il Ptof è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e formativa delle istituzioni scolastiche e, pertanto, ne esplicita la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa. E’ coerente con gli obiettivi generali ed educativi e riflette le esigenze del contesto culturale ed economico della realtà locale. Alla concreta elaborazione del Ptof con la partecipazione di tutte le componenti delle scuola, la legge 107/2015 affida, prioritariamente, il ruolo “riformatore” che intende sviluppare a vantaggio del complessivo miglioramento del sistema scolastico.
Occorre che il Ptof rifletta le esigenze della realtà culturale, economica, sociale ed economica all’interno della quale si colloca, senza trascurare che l’emergenza educativa, oggi più di ieri, raggiunge e interpella noi professionisti della scuola anche come emergenza didattica. Non bastano buone intenzioni ed enunciati valoriali, occorrono gesti di un soggetto che accredita la tradizione presso i ragazzi, cambiando e innovando la didattica ed eliminando una serie di vincoli soprattutto a riguardo delle modalità di organizzazione del servizio.
E’ necessario costruire competenze a partire dal basso, progettando compiti reali e non rifiutando né i contenuti né le discipline, ma mettendo l’accento sulla loro messa in opera nel reale, lavorando su problemi e considerando i saperi come risorse da mobilitare. L’arte del far imparare da uomini (cioè dell’educare insegnando) si caratterizza come metodo, si alimenta secondo la logica di cui parlava Ungaretti a proposito della poesia (di “ispirazione, scienza e tecnica”), si sviluppa come cultura critica che è coltivazione dell’umano. La si impara da un maestro e da una comunità di apprendimento, insieme, dentro una pratica di condivisione e di solidarietà, cioè di protagonisti in azione.