Scriveva Antoine de Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”. Quale invito migliore per chi si accinge ad accompagnare un ragazzo nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria? Un passaggio che desta spesso preoccupazioni negli adulti: sarà in grado di affrontare la nuova organizzazione scolastica, il carico di compiti crescente, le diverse richieste di una pluralità di docenti? Avrà l’attrezzatura necessaria per introdursi nelle discipline, intesa come bagaglio di conoscenze, abilità, competenze? Saprà affrontare le sfide che la società lancia ai giovani? 



Pochi adulti invero solitamente si pongono una domanda, forse l’unica domanda interessante: questa nuova avventura spalancherà mente e cuore dei ragazzi? E di conseguenza: come posso io, adulto, mettermi al servizio di questa umanità che vuole crescere e conquistare il mondo?

Il colloquio dell’esame finale, per come è stato impostato nella mia scuola quest’anno, ha indicato una prospettiva di risposta a tali domande che vale la pena tener presente sin dall’abbrivio della scuola media. I docenti, dopo aver dialogato tra loro sulle tematiche trattate nelle lezioni delle diverse discipline rivelatesi capaci di destare interesse e interrogativi nei ragazzi, le hanno trasformate in domande, certi che i ragazzi potessero contribuire con il loro lavoro a trovare risposte. Ne sono scaturite una decina di problematiche aperte e provocatorie, presentate poi agli studenti con l’invito di sceglierne una e di organizzare un percorso che, attingendo argomenti tra i contenuti studiati durante l’anno, avrebbero presentato al colloquio d’esame per proporre ai docenti un loro tentativo personale di risposta. La tematica più gettonata è stata la seguente: 



Che cosa fa di un uomo un uomo?

Nello studio, nelle letture, nelle testimonianze che ci hanno accompagnato in questi anni hai potuto incontrare tanti uomini che vivono pienamente la loro vita. Cosa hai scoperto dell’uomo? Cosa permette all’uomo, in qualsiasi circostanza, di essere e rimanere un uomo, di incrementare la sua umanità?

È stato sorprendente durante i colloqui ascoltare la varietà delle risposte, nonostante una certa omogeneità dei contenuti individuati dagli studenti come utili al fine di reperire argomenti che li aiutassero a comprendere ciò che è “essenziale” per definire un uomo: il personaggio di Ulisse, incontrato leggendo integralmente l’Odissea; le poesie e la figura del poeta-soldato Ungaretti; alcuni libri di attualità che presentano vicende complesse affrontate da ragazzi, come il libro di Fabio Geda Nel mare ci sono i coccodrilli, storia vera del ragazzino afghano Enaiatollah Akbari; ma anche alcuni argomenti di astronomia e di genetica e le figure di alcuni scienziati in particolare; infine alcuni personaggi storici che si sono distinti nella lotta ai totalitarismi, come i ragazzi tedeschi della Rosa Bianca e la loro resistenza al nazismo, o l’italiano Odoardo Focherini alle prese con il fascismo. Argomenti dunque tratti dalla letteratura, dalla storia e dalle scienze, studiati e compresi attraverso vicende di uomini in carne e ossa.



La ricerca della felicità per molti studenti è il tratto che in primis contraddistingue un uomo:

“Un uomo vero è un essere che vuole essere felice e che ogni giorno ricerca questa felicità senza accontentarsi, iniziando col buttarsi nelle cose, coll’affrontarle a cuore aperto” (Chiara)

“La grandezza dell’uomo sta nel desiderare di andare sempre oltre, come noi, che più cresciamo, più desideriamo” (Riccardo)

“Il cuore dell’uomo, nell’istante in cui il desiderio che da molto attendeva si avvera, è pari ad un vulcano in eruzione” (Jaclin)

E poi il desiderio di trovare un senso alle cose, di capire il mondo e sé stessi, di conoscere ciò che è altro da sé, senza paura della fatica e del sacrificio:

“Ulisse è un uomo perché non ha mai perso il desiderio di provare a dare un senso al suo lungo e travagliato viaggio. Un uomo è colui che desidera trovare un senso nelle cose, che è capace di dare un giusto giudizio sulle azioni che compie nonostante il dolore, la sofferenza, la paura e la morte inevitabile, o proprio attraverso ciò” (Sara)

“Se non avessi navigato tra le piacevoli acque della letteratura non avrei provato il brivido della comprensione di me, degli altri e del mondo. Grazie alla discussione sui testi in classe, ho scoperto un diverso punto di vista e un diverso modo di percepire i vari aspetti della realtà che mi circonda” (Chiara)

“Per vivere al meglio al propria esistenza è necessario il coraggio di affrontare le difficoltà cui siamo posti di fronte. Così facendo, proseguendo con fatica il percorso che potrebbe sembrare infinito, alla fine la brama di vita che pervade il cuore riempirà l’uomo desideroso; lo riempirà di significato e farà fiorire la fatica” (Jaclin)

“Umanità è curiosità, desiderio di conoscere, di imparare, di incontrare altri uomini ma anche di incontrare sé stessi. L’uomo soffre, vive, desidera la vita e la felicità, ma ciò che più lo tormenta è la curiosità di scoprirsi, di capire ciò che egli stesso è e che deve diventare” (Nicolò)

“La voglia di andare oltre le stelle, di capire come è nato l’universo rende l’uomo superiore anche all’universo stesso” (Chiara)

“La crescita intellettiva dell’uomo non avviene semplicemente attraverso uno sviluppo fisiologico e naturale, ma è frutto di un impegno interiore complesso e laborioso quanto quello fisico” (Chiara)

Dalle riflessioni sui personaggi e sui contenuti studiati emerge come altro tratto distintivo dell’uomo la libertà, intesa come bisogno di potersi esprimere e di costruire, come capacità di non soccombere alla massa e di avere un pensiero originale sulle cose:

“Un uomo è colui il quale ha un desiderio, un desiderio profondo di libertà, un desiderio forte e grande di trovare se stesso, senza paura. E un uomo per realizzare questo è disposto a tutto, anche a morire” (Pietro) 

“La libertà è un’aspirazione universale degli uomini in ogni epoca; voglio evidenziare il fatto che noi possiamo darla per scontata, invece ai tempi dei totalitarismi non era una condizione normale. Grazie alla testimonianza di uomini che hanno fatto la storia mi sono accorta che la libertà di un uomo non sta solo nello scegliere, ma nel discernere e seguire ciò che ci rende più felici e più uomini. Diventare uomini significa imparare a essere liberi veramente” (Margherita)

“Credo che l’uomo sia l’unica specie vivente che non segue semplicemente gli istinti o le regole della natura, l’uomo è libero perché si sente libero. Egli non si lascia trasportare dal flusso continuo degli eventi. Nuoterebbe contro corrente pur di sapere le proprie origini, a differenza degli altri viventi che si accontentano di vivere e probabilmente non si fanno domande sulla vita non sapendo nemmeno cosa essa sia. Un uomo è ribelle!” (Juan)

“L’uomo cerca di essere colto per avere un’opinione propria sui fatti che avvengono” (Juan)

“Ho capito che un uomo non sempre è in grado di utilizzare il proprio pensiero con la conseguenza di seguire spesso la massa diventando così solo un numero insieme a tanti altri” (Chiara)

“L’uomo è un creatura che genera, che costruisce qualcosa. A inizio anno durante la lezione di tecnologia ho costruito insieme a un mio compagno il modellino del Ponte girevole di Leonardo da Vinci. L’essere riuscito a costruire con le mie mani la mia piccola opera mi ha fatto sentire per la prima volta uomo” (Pietro)

Fondamentale nella definizione di uomo è riconosciuto anche l’aspetto affettivo, sia come bisogno di amare e di essere amati, sia come desiderio di poter spendere la vita per un ideale cui consegnare tutte le proprie energie:

“Un uomo è un uomo se sa vivere in un rapporto di amore e di fratellanza con altri uomini” (Caterina)

“Cosa c’è di più bello di considerarsi appartenenti a un’unione, ad un gruppo di persone con uno stesso scopo, cui si giunge insieme e per cui ognuno è fondamentale? Cosa c’è di più bello di un uomo che è cosciente della sua dignità, ma anche del valore altrui, e rispetta sé, il compito affidatogli e chi lo circonda?” (Irene)

“Definire l’umanità a parole è impossibile. Essa è complessa quanto l’uomo, le sue ambizioni e i suoi desideri, ma talvolta si presenta semplicemente nella quotidianità di un gesto buono” (Irene)

“Dai grandi uomini ho sicuramente preso la certezza e la capacità di lottare per un ideale profondo, ma anche la necessità di vivere con un desiderio da esaudire, perché altrimenti la vita è nulla, non si compie” (Marta)

“Un uomo è colui che adempie ai suoi doveri per rendere ancora più grande una cosa già pensata in grande: il mondo” (Chiara)

Non scontata, vista l’età dei ragazzi, è stata la scoperta che nella definizione di uomo rientri anche la memoria, condizione del nesso tra il passato e il futuro:

“Ho scoperto che un uomo rimane tale in ogni circostanza se, conoscendo la propria storia, è capace di fare una scelta e di stare di fronte ad essa con serietà” (Marta)

“La memoria è il perno della vita di ognuno, il filo conduttore della coscienza, il tramite tra il passato e il futuro, la custode i nostri obiettivi, il mezzo per acquisire consapevolezza e libertà. Ulisse infatti per perseguire il suo scopo nel momento in altri fattori posso distoglierlo e fuorviarlo, ricorda la sua patria e le sue origini, affinché il desiderio di tornare domini il suo cuore” (Chiara)

Il segreto per accompagnare i ragazzi nel passaggio dall’infanzia alla giovinezza pare dunque essere uno, “cavalcare la domanda”: suscitare interrogativi, offrire le parole per formularli, mantenerli desti anche quando non si trovano risposte facili e immediate, sfidare i ragazzi a proporre risposte, non disincarnate, ma che scaturiscano dalla riflessione sull’esperienza e sui contenuti di studio. Gli adulti, docenti e genitori, sono innanzitutto chiamati a porsi in tale dialogo, ad accettare questa avvincente sfida. Altrimenti non si scandalizzino se i ragazzi cercheranno facili risposte nei social e nella rete, che sono sempre a loro disposizione.