Al termine del test di Veterinaria, il portale Studenti.it ha raccolto le prime impressioni sui contenuti e il livello dei quesiti inseriti nella seconda prova d’ingresso all’Università più “frequentata” dalle aspiranti matricole italiane. Pare che il test di questa mattina sia stato molto più semplice rispetto a quello dello scorso anno, invertendo il trend ad esempio di Medicina che invece si è rivelato in questo 2018 assai più complesso di 12 mesi fa. «Stando alle prime impressioni delle future matricole la parte di biologia era facile, quella di chimica di difficoltà media e quella di logica molto complessa», si legge sul portale Studenti.it, in attesa ancora delle soluzioni che il Miur dovrà pubblicare per far conoscere le prime reali considerazioni “ufficiali” di tutti quelli che hanno provato il test per accedere alle varie Facoltà di Veterinaria. A proposito, sono invece uscite le soluzioni del Test di Medicina: a questo link sono disponibili con annesse domande e criterio punteggi. (agg. di Niccolò Magnani)



STATALE MILANO, NUOVA BATTAGLIA A LINGUE

Mentre oggi si apprestano in molti a partecipare al test d’ingresso per Medicina Veterinaria, ieri è stata la giornata del “caos” in molte parti d’Italia per le tante critiche al sistema del numero chiuso a livello universitario: ad esempio, ieri la Statale di Milano ha svolto i test di accesso per Lingue e Letterature Straniere, corso che fino allo scorso anno era a libero accesso dopo un ricorso presentato al Tar del Lazio da diversi studenti contrari al numero chiuso per gli studi umanistici, «da Filosofia a lettere, da storia a scienze dei beni culturali e scienze umane dell’ambiente fino appunto a lingue e letterature straniere», spiega il Sole 24 ore. Ecco  che però, dopo i test di ieri, il medesimo ricorso verrà presentato e si rischia un nuovo caos-stallo per una delle università più importanti di Milano e della Lombardia. Come ben spiega ancora il focus del Sole24, «Attualmente il 40% dei corsi universitari in Italia (circa 2mila su 4.800 totali)? prevede test di ammissione. Ma se per alcune facoltà – medicina, veterinaria, architettura e le professioni sanitarie – la barriera all’ingresso è prevista esplicitamente dalla normativa nazionale (la legge 264/1999) gli atenei che volessero introdurre un test d’accesso devono rispettare gli altri requisiti (dalla necessità di spazi per laboratori all’obbligo di i tirocini)». (agg. di Niccolò Magnani)



OGGI IL TEST DI VETERINARIA 2018

Sono partiti ieri i test di accesso per i corsi di laurea a numero chiuso per l’anno accademico 2018-2019. Oggi è il turno di Medicina Veterinaria, e anche quest’anno sono previsti 60 quesiti a cui gli studenti devono rispondere in 100 minuti. I posti disponibili comunque sono aumentati: per Veterinaria, dove le iscrizioni al test di ingresso si sono chiuse il 24 luglio scorso, sono 8.136 a concorrere per 759 posti disponibili nei vari atenei italiani. Da un punto di vista statistico, quest’anno ci sono più possibilità di farcela. Nel 2017 erano 8.431 a mettersi alla prova con il test quando però i posti disponibili erano 104 in meno, quindi sarebbe entrato il 7,8% degli aspiranti veterinari, mentre oggi ci riuscirà il 9,3% di essi. L’anno scorso avevano superato il test di ingresso a Medicina Veterinaria 5.678 studenti, l’83,58% dei candidati. La graduatoria comunque sarà pubblicata nel mese di ottobre. Verranno usate le diciture “assegnato” o “prenotato”.



IL CONSIGLIO DI ANMVI AGLI ASPIRANTI VETERINARI

Non sono mancate le polemiche dell’Udu, l’Unione degli universitari per il numero chiuso: «Quest’anno compie 18 anni ma a festeggiare saranno in pochi: la misura lascia un milione di studenti fuori dall’università». Di recente l’Anmvi, l’associazione nazionale dei medici veterinari, e il Sivelp, il sindacato veterinari liberi professionisti, hanno invece lanciato allarmi sugli sbocchi che questo corso di laurea offre: lavoro precario e redditi bassi, “meno di 15mila euro l’anno”. Ma l’Anmvi alla vigilia dei test di accesso per Medicina Veterinaria ha lanciato qualche critica anche ai test stessi: «Sinceri auguri di in bocca al lupo ai ragazzi, dato che il test – invece che essere attitudinale come sarebbe auspicabile – è un quiz aleatorio, dove la fortuna conta molto di più della preparazione». Il consiglio per gli aspiranti veterinari è «di avere una forte motivazione professionale, di non confondere il sentimento per gli animali con la passione per la medicina veterinaria, di essere consapevoli che in sanità pubblica come in quella privata è richiesta una competenza ormai non più solo sanitaria e clinica in senso stretto, ma sempre più gestionale e manageriale».