Caro direttore,
come sa il 15 marzo si è tenuta, in più di duemila città diverse, la manifestazione #FridaysForFuture per la lotta a difesa del clima.
Ho avuto l’occasione di partecipare alla manifestazione di Potsdam, una piccola città al di fuori di Berlino dove mi trovavo in gita scolastica e dove ho deciso di impiegare il tempo libero che ci era stato dato per il pranzo in qualcosa che ritenevo importante e vero per me. Tornata in Italia, ho sentito con sorpresa persone che si lamentano e ridono alle spalle di noi manifestanti con frasi del tipo “cosa si fa per non saltare un giorno di scuola” oppure “sì, ma anche il cellulare inquina”. Questo comportamento potrei anche accettarlo da parte di un adulto, che solitamente guarda a noi ragazzi con pregiudizio, ma queste frasi le hanno dette anche persone che sono poco più che maggiorenni, a cui noi più piccoli non siamo obbligati a rispondere. Ci sono persone che dovrebbero essere mature e che dovrebbero essere le prime ad insegnarci che salvare il nostro pianeta è importante, mentre trattano questo tema e le nostre idee con superficialità, senza prendere in considerazione davvero ciò che ci muove.
Io ho deciso di scendere in piazza per il futuro, ma soprattutto per il mio futuro perché se ai più grandi non interessa in fondo è perché quel futuro non li riguarda, in quanto quando arriverà saranno loro ad essere già passati.
I veri adulti, quelli che sanno prendersi le loro responsabilità, quelli che sanno chiedere scusa, erano con noi a manifestare o ci hanno sostenuto aiutandoci a capire di più le ragioni che possono cambiare il mondo sul serio.
Onestamente, con il casino che voi adulti avete combinato alla nostra terra lungo gli anni, capisco che sia difficile ammettere di aver sbagliato, ma molti ci sono riusciti. Alla manifestazione ho visto la partecipazione di bambini accompagnati da alcuni insegnanti, i quali spiegavano cosa stavano difendendo. Ho visto molte persone della mia età, ma anche signori che probabilmente avevano superato la sessantina. In quella piazza ho sentito ogni tipo di emozione: dalla rabbia per l’indifferenza che molte persone dimostrano, fino alla gioia di vedere così tanta gente unita che lotta per un unico scopo. Sono fiera di far parte della mia generazione, non la cambierei per nulla al mondo. Ieri abbiamo dimostrato come, nel nostro piccolo, tutti siamo disposti a cambiare il mondo. Ho amato come una folla pacifica stia riuscendo ad aprire, per lo meno, una discussione democratica.
Voi adulti ci avete passato questo pianeta da gestire e non fateci prediche o recriminazioni perché voi, in primis, non avete fatto un bel lavoro.
Spero che questa motivazione e questa voglia di cambiare rimanga perché, come noi italiani abbiamo deciso di lottare, lo hanno fatto anche la maggior parte dei ragazzi in 150 paesi diversi. Ma si sa, la vera sfida verso ciò in cui si crede non è essere generosi per un giorno, bensì fedeli per tutta la vita.
Daniela Tarquini, 17 anni