Siamo giunti, secondo quanto previsto, alla pubblicazione da parte del Miur della seconda serie di simulazioni relative alla prima prova scritta della Maturità 2019, che dovrà verificare, come annota l’ordinanza ministeriale dell’11 marzo scorso, “la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato”. Affinché le commissioni si possano orientare dal punto di vista procedurale nella materia, il ministero ribadisce che la bussola è costituita dai quadri di riferimento allegati al decreto 769/2018 e più a monte dal decreto legislativo 62/2017.
Questi documenti rinviano alle tre tipologie di testo da sottoporre ai candidati che potremmo definire: interpretativa, argomentativa e riflessiva. Le prove d’esame pubblicate in qualche modo corrispondono alle tre possibilità. Ma come?
La tipologia A (analisi e interpretazione di un testo letterario italiano) presenta due brani. Il primo è la poesia di Montale “L’agave sullo scoglio”, dalla raccolta Ossi di seppia del 1925, e il secondo una pagina del Fu Mattia Pascal di Pirandello del 1904. Questa scelta in parte smentisce la voce seconda la quale le due prime prove si sarebbero divaricate tra Ottocento e Novecento, mentre conferma che gli alunni potrebbero essere esaminati su un brano poetico e l’altro narrativo.
Ciò che si chiede loro è di interpretare, analizzare, comprendere e ove necessario riassumere. L’avvertenza che occorre tenere ben presente, anzitutto, è che la dimensione interpretativa della prova presuppone una conoscenza abbastanza approfondita degli autori e, almeno in Pirandello, la contestualizzazione storica del brano. Siamo dell’avviso che sia stato un errore censurare il tema di storia alla maturità e questi rimandi al contesto, già presenti in modo massiccio nel primo set di simulazioni (dalla Storia della Morante al lavoro dello storico secondo Claudio Pavone), sono lacrime di coccodrillo un po’ tardive. Ma ci sono e bisognerà tenerli d’occhio.
La seconda avvertenza è che l’interpretazione dovrà essere sviluppata in maniera argomentata. Dovrà dunque ruotare attorno ad una tesi dimostrabile e dimostrata, senza che si meni troppo il can per l’aia. E questo particolare, che senza dubbio è un’apprezzabile novità, fa capo agli intenti innovatori di chi ha rimodulato il pacchetto della prima prova calcando l’accento sulle competenze argomentative rispetto a quelle puramente discorsive.
Passiamo alla tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo). Il primo esempio riguarda la questione del “made in Italy” e della percezione della italianità nel mondo; il secondo esempio, molto aggiornato, tocca il tema della diffusione della tecnologia nella vita quotidiana. Sulla terza simulazione di prova B occorre dire che si tratta in fondo di un tema storico, dato che è connesso al modo di intendere l’italianità alla frontiera triestina, dalla Prima guerra mondiale ad oggi. Torna dunque l’impressione di lacrime su latte versato dovute all’uccisione del classico tema di storia.
Ad ogni modo riguardando nel complesso i tre esempi di prova B e confrontandoli con il pacchetto di simulazioni uscito il 1° febbraio, v’è da dire che il tema argomentativo presuppone un’ampia gamma di abilità del candidato. Egli dovrà muoversi, infatti, tra articoli di giornale, prese di posizione e saggi di imprevedibile contenuto che tuttavia sembrano privilegiare le frontiere dell’attuale mondo globalizzato: i nuovi diritti, le nuove questioni bioetiche, le permeabilità tra identità e diversità antropologiche. Dovrà avere letto molto, molto meditato e molto pensato per avere maturato una posizione ragionevole. Dovrà essersi confrontato con gli adulti e avere ricevuto risposte alle domande più brucianti e impegnative.
Sembra insomma una tipologia, quella B, adatta ai nostri tempi, ma ostica per giovani piegati solo sui propri smartphone. Dovranno lavorare gli insegnanti per sovvertire una certa deriva solipsistica – o forse, a questo punto dell’anno scolastico, sarebbe meglio dire: avrebbero dovuto.
Le due tipologie C (riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità) concernono, la prima, la dimensione del viaggio, e la seconda, il bell’argomento della nostalgia: dalle Confessioni di Agostino ad Eugenio Borgna. Tenuto conto di questi ultimi esempi e di quelli precedenti, si può osservare che questa terza modalità è più praticabile perché permette di accedere alle esperienza personali. Saranno queste ultime la sorgente delle considerazioni. Il tema di maturità consentirà a molti di ritrovare, si spera, una certa confidenza con il foglio bianco davanti agli occhi, sul quale in modo organico potranno essere chiarite e ordinate impressioni, emozioni, predilezioni artistiche e musicali, connessioni alla propria interiorità. Complessivamente si tratterà di una verifica, soprattutto nell’ultimo caso, di cui non avere paura ma da affrontare con consapevolezza e responsabilità, magari con il previo aiuto di un adulto che abbia incoraggiato l’emersione e l’espressione in forma distesa del prezioso mondo interiore.