Il Miur ha fatto indubbiamente progressi nell’operazione di revisionismo storico dell’esame di Stato di giugno 2019 (ad oggi revisione delle prove, con nuovi punteggi, niente terza prova, griglie di valutazione inviate direttamente dal Miur, presumibilmente anche con gli esempi di prove in teoria disponibili da novembre e di cui non si ha traccia, via la tesina, via l’obbligo di alternanza scuola-lavoro e di Invalsi).



Nel frattempo sulle riviste di scuola si trovano annunci di ulteriori novità inaspettate, di cui le più recenti sono che “cittadinanza e costituzione” sarà oggetto del colloquio, che lo stesso si potrebbe aprire con un argomento a scelta del candidato e che il colloquio prevederà un momento dedicato all’analisi del testo. Finalmente delle novità non revisioniste, si potrebbe affermare, anche se la scuola tutta in questo momento preferirebbe ricevere conferme sulle revisioni annunciate e sopratutto esempi di quanto si andrà a fare.



A dire il vero l’argomento a scelta del candidato — e non un suo prodotto, multimediale o no, relativo ad un personale percorso di approfondimento, la “tesina” — era già previsto per il colloquio, e quindi questa rivoluzione ricade in realtà in un revisionismo moderato che affronta il problema di “chi apre il colloquio” in modo pragmatico. L’avvio del colloquio spetterebbe quindi ancora al candidato, che si vedrà (sembrerebbe) sbarazzato dell’obbligo di procurarsi in modi non sempre corretti la tesina, o forse sarebbe meglio dire che i docenti non saranno (sembrerebbe) più costretti ad ascoltare percorsi di approfondimento che spesso di profondo avevano assai poco.



A guardare tutto il quadro nel complesso, verrebbe da dire che il ministro Bussetti, da uomo di scuola, la pancia della scuola la ascolta davvero, ma quella molto in basso, quella che non ha gradito i trasferimenti della “Buona Scuola”, la Asl, l’Invalsi; quella pancia che in tutti gli istituti è ahimè tristemente presente. “Togliete tutto quello che non fa parte del nostro vissuto”, questo è il vociare che sale dalla pancia della scuola perché, si badi bene, l’età media del docente di scuola secondaria di secondo grado è decisamente sopra i cinquanta.

Salvare la faccia è tuttavia importante per il Miur, che non può certo presentarsi come il protagonista del revisionismo, moderato o estremo che sia. Ed ecco la “cittadinanza e costituzione” che si affaccia al colloquio, grande pensata nelle stanze del potere. Nonché una analisi del testo di incerta definizione, e che apre scenari potenzialmente spaventosi: testo mai letto di autore sconosciuto? Testo mai letto di autore conosciuto? Certo non testo letto di autore conosciuto perché in tal caso si tratterebbe solo di un annuncio roboante per ricordare ai docenti che il colloquio non dovrebbe vertere unicamente sulla storia delle letterature…

Su questi annunci basterebbe ricordare che anche chi si è battuto per la trasformazione di “cittadinanza e costituzione” da insegnamento a disciplina (e quindi cattedre nuove, si badi bene) si è pronunciato contro questa operazione decisamente surrettizia.

Intanto novembre sta finendo, e vista la pausa natalizia gennaio è alle porte. A gennaio sarà tempo di scrutini anche per chi avesse ancora il quadrimestre, e quindi gli studenti verranno presentati agli scrutini con voti derivanti da prove non conformi a quelle dell’esame di Stato. Un impedimento giuridico tale da invalidare la prova? Nemmeno per sogno.

Quello che potrà nuovamente stravolgere l’esame sarà solo e soltanto la pancia della scuola, non saprei direi se la stessa che ha lodato il revisionismo o quella che lo ha osteggiato, oppure entrambe, e che sta brontolando sempre di più man mano che i giorni passano, e che vocifera in sala professori e nei corridoi di uno stop a tutto. Ci teniamo la vecchia maturità quindi… quindi che cosa? Tre prove? L’Asl? L’Invalsi? O una nuova versione del revisionismo che da estremo si farà parziale?

Oppure i gruppi di lavoro che operano di sicuro in qualche scantinato del Miur, sottochiave perché nessuna novità trapeli, stanno per partorire il nuovo esame di Stato non per proclami, ma per documenti?

Se il parto deve avvenire, che sia almeno per Natale, chissà che nascendo assieme al Bambinello il nuovo nato nasca sano e non storpio.