Progettare e sviluppare sistemi intelligenti per veicoli connessi e autonomi è la sfida ingegneristica che il mercato mondiale dell’automotive deve affrontare, supportata da consistenti investimenti. I professionisti più ricercati in questo momento hanno una competenza multidisciplinare: sanno spaziare dalla meccanica, all’informatica, dall’elettronica alla robotica, fino all’automazione e all’intelligenza artificiale.
Per formare la nuova generazione di esperti dell’automotive l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università di Trento hanno unito le forze e dato vita a un nuovo Master universitario in Autonomous Driving, con la partnership di Fiat Chrysler Automobiles e Centro Ricerche Fiat e della Fondazione Bruno Kessler che da anni collaborano con i due atenei su questi temi.
«Con questo nuovo Master – ha spiegato il rettore di UniTrento, Paolo Collini – mettiamo a frutto le competenze e l’ esperienza decennale in progetti a fianco dell’industria maturate dall’Università di Trento nell’ambito delle tecnologie di ultima generazione applicate all’automotive. I partecipanti potranno sviluppare una visione generale per il settore del trasporto intelligente e acquisire competenze che garantiscono un vantaggio competitivo spendibile nel contesto della nuova rivoluzione industriale 4.0 e in generale della ricerca applicata».
Il Master, la cui sede amministrativa è l’Università di Trento, avrà inizio a maggio 2019 e durerà un anno. Si tiene in lingua inglese, prevede 1500 ore tra lezioni e tirocinio ed è aperto a 20 partecipanti con laurea magistrale in Ingegneria. I candidati possono accedere a 12 borse di studio del valore di 10mila euro, oltre all’esenzione della quota di iscrizione di 2.500 euro e altre sponsorizzate da alcuni partner industriali.
«Il nuovo Master – ha detto Roberto Fedeli, responsabile Global Innovation di FCA e CEO del Centro Ricerche Fiat- costituisce un’importante opportunità per la formazione di competenze approfondite su un tema che sarà sempre più strategico per il settore automotive, perché un ingegnere che inizia oggi a lavorare nel nostro settore dovrà completare la propria formazione meccanica classica con nuove conoscenze: dall’intelligenza artificiale al machine learning, dalla cybersecurity alla sensor fusion».