Autisti, chef, baby o dog sitter, tuttofare. Un mansionario variegato e con orari estremamente flessibili, che dovrebbe portare a un compenso superiore ai duemila euro al mese. Tanto aveva calcolato, qualche anno fa, un portale di servizi che aveva stimato l’ipotetico stipendio che spetterebbe ai nonni per la loro collaborazione al nucleo familiare. Con un risparmio annuo per le famiglie italiane di circa otto miliardi, proprio grazie al lavoro dei nonni, una sorta di self-welfare o welfare integrativo, a compensazione di vuoti o difetti pubblici, ma anche a garanzia di maggiore affidabilità.
Oggi in quattro famiglie italiane su dieci sono i nonni a salvare il bilancio domestico messo a rischio dall’inflazione, con l’esplosione dei costi dell’energia a causa della guerra in Ucraina, una tendenza che si è accentuata anche rispetto ai difficili anni della pandemia. Lo rivela uno studio di Coldiretti divulgato in occasione dell’assemblea romana dei Senior Coldiretti, la più grande associazione italiana di pensionati, alla presenza del Presidente Coldiretti Ettore Prandini e del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella.
Tra gli italiani che beneficiano della presenza di un pensionato in casa, quasi i due terzi (63%) dichiarano che i nonni sono un fattore determinante per contribuire proprio al reddito familiare, mentre il 22% guarda a loro come un valido aiuto per accudire i propri figli, magari per portarli a scuola e seguirli anche una volta tornati a casa, possibilità che dà fiducia ma consente anche di risparmiare su doposcuola e babysitter. Ma esiste anche una ridotta percentuale del 15% che trova dai nonni un aiuto a livello lavorativo, soprattutto per chi ha un’attività, dall’agricoltura all’artigianato, fino al commercio, e può così beneficiare dell’esperienza accumulata da chi è ora in pensione.
La presenza degli anziani fra le mura di casa è quasi sempre considerata un valore aggiunto all’interno di un welfare familiare che deve fare i conti sia con la gestione delle risorse economiche disponibili, sia con quella del tempo e dei figli in situazioni dove molto spesso entrambi i genitori lavorano e sono fuori casa la maggior parte della giornata. “Considerata per anni a torto come una forma arcaica da superare, la presenza degli anziani all’interno della famiglia si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini – ha detto Prandini -. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato”.
Coldiretti ha sottolineato un fenomeno che sta meritando studi e analisi dettagliate. Il portale ProntoPro, ad esempio, ha preso in esame “tutte le attività svolte dai nonni e le relative tariffe orarie riconosciute a chi esercita gli stessi mestieri con una qualifica professionale”. Ne è venuto fuori che solo per il servizio di “chef a domicilio” le famiglie risparmiano circa 1.100 euro al mese. Tra le voci più impegnative, c’è poi l’animazione per bambini, 800 euro al mese, con una media di quattro ore settimanali di lavoro. Poi ecco l’autista privato, circa 4 ore settimanali per un totale di 320 euro, e il supporto psicologico ai nipoti (480 euro al mese). Come trascurare le ripetizioni, il supporto nelle faccende domestiche e altri mille lavoretti, che raggiungono quota 400 euro mensili. La conclusione fornita dal calcolatore del sito è che le famiglie in Italia, grazie al supporto dei nonni, risparmiano anche più di 3.000 euro al mese. Ma bisogna aggiungere che i nonni supportano spesso anche la stabilità delle stesse famiglie, utilizzando parte delle loro pensioni a sostegno. È un dato forse partigiano, ma FederAnziani rileva che oltre il 90% dei nonni aiuterebbe economicamente i familiari, e per una su quattro questo si traduce in aiuti di 250 euro al mese circa, che arrivano a 500 euro al mese per il 12,2%.
E infine i nonni salvano anche la carriera delle mamme. Una ricerca condotta dall’Università Bocconi di Milano informa che se i nonni si prendono cura dei nipoti le mamme hanno il 39% in più di probabilità di entrare nel mercato del lavoro o di mantenere il posto. Un ruolo fondamentale, insomma, quello dei nonni nel conciliare vita-famiglia-lavoro, risultato ben evidente anche durante la pandemia. È quello che si indica come “secondo welfare”, chiamato sempre più a surrogare il primo, quello pubblico, depresso dalla pochezza delle risorse messe a dimora, tanto da delineare per il futuro più prossimo una compensazione assistenziale che preveda per i nonni anche la possibilità di uno sharing plurifamiliare.
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