Vaccino covid nei bambini: “Efficacia minore che negli adulti”
Un nuovo studio ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’efficacia del vaccino per il covid negli adolescenti e nei bambini, visto soprattutto il leggero aumento nei contagi per questa fascia d’età. L’allentamento delle limitazioni ha pesato molto sulle infezioni da covid nei bambini, così come è stato maggiore ancora il peso del ritorno delle infezioni respiratorie che nel corso degli anni di mascherina erano circolate molto meno.
Il nuovo studio sull’efficacia dei vaccini per il covid nei bambini e negli adolescenti è stato condotto dal British Medical Journal, che l’ha anche pubblicato, e si inserisce in un altro fitto elenco di studi simili, giunti più o meno tutti alla stessa conclusione. Sono stati presi in esame 139.321 bambini ed adolescenti compresi tra i 3 e i 17 anni, giungendo alla conclusione che l’efficacia del vaccino contro il covid era diminuita rapidamente con l’arrivo della variante Omicron, esattamente come è stato per gli adulti. Il vaccino ad mRNA ancora una volta si è dimostrato più efficace delle controparti inattivate, dimostrando una generale efficacia maggiore negli adolescenti con più di 12 anni. Questi, infatti, avrebbero ricevuto la dose intera, invece che quella dimezzata somministrata agli under 12.
Efficacia del vaccino covid nei bambini: i limiti dello studio
Insomma, il nuovo studio sull’efficacia del vaccino per il covid nei bambini e negli adolescenti ha dato risultati analoghi ad altre ricerche condotte nella stessa ottica, dimostrando una generale diminuzione della protezione in base all’età in cui si viene sottoposti a vaccinazione. Tuttavia, gli autori dello studio mettono anche in guardia su alcuni limiti che la ricerca ha incontrato, soprattutto legati alla differente reazione dell’organismo dei bambini rispetto agli adulti quando entra a contatto con il coronavirus.
In base a quanto appreso nell’ambito della ricerca sull’efficacia del vaccino per il covid nei bambini, infatti, questi ultimi sembrano resistere ancora piuttosto bene alle reazioni gravi e al decesso. Inoltre, in moltissimi casi quando si infettano, non dimostrano sintomi, rendendo difficile tenere realmente conto dei contagi in questa fascia d’età, probabilmente sottostimati. Inoltre, avrebbero molte più possibilità di infettarsi con differenti virus respiratori, portando a diagnosi talvolta errate o mancate. Infine, sono pochissimi i bambini che sviluppano sintomi gravi o mortali, portando a scorrette stime in merito all’efficacia del vaccino per il covid in queste casistiche specifiche.