L’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani (IUMS) ha emesso una fatwa dichiarando che i governi e gli eserciti arabi devono intervenire con urgenza nella guerra in Medio Oriente per salvare Gaza dal genocidio e dalla distruzione. L’istituzione islamica, organizzazione di teologi musulmani descritta come l’autorità suprema dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è il braccio palestinese, si è rivolta direttamente ai Paesi che confinano con la Palestina, quindi Egitto, Giordania, Siria e Libano, affermando che l’intervento militare per loro è un obbligo religioso. Inoltre, ha precisato che lasciare che Gaza e la Palestina vengano annientate e distrutte è un tradimento nei confronti di Dio e del Suo Messaggero ed è uno dei più grandi peccati.
L’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani nel testo di tale dispensa vincolante premette di essere in riunione permanente e continua per monitorare “questa brutale aggressione da parte dei criminali sionisti contro il popolo di Gaza“, poi chiarisce che “è legalmente richiesto che i regimi al potere e gli eserciti dei paesi islamici intervengano urgentemente per salvare Gaza dal genocidio e dalla distruzione, nel pieno impegno del dovere di sostenere la Palestina religiosamente, politicamente, legalmente e moralmente, ciò in conformità con i patti internazionali e gli obiettivi strategici, gli interessi dei popoli della regione e della Umma (la comunità di fedeli, ndr)”.
“CRIMINI ISRAELE PRELUDIO DI UN OLOCAUSTO GENERALE”
L’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani nella fatwa cita esplicitamente i Paesi confinanti a cui si rivolge. “Il dovere di intervento militare e di fornitura di attrezzature e assistenza militare è giuridicamente vincolante a tutti questi soggetti: in primo luogo, all’interno della Palestina, a si fa richiamo all’Autorità Nazionale Palestinese e a tutte le fazioni della resistenza in Cisgiordania e nelle aree del 1948“. Si passa poi ai Paesi circostanti. “In primis l’Egitto, poi la Giordania, la Siria ed Libano“. IUMS chiede ai Paesi arabi e islamici un’alleanza urgente che vada oltre l’esitazione degli ultimi anni, anche perché Israele, definito “l’occupante“, continua “senza limite alcuno i suoi crimini, che sono diventati il preludio di un olocausto generale e di un collasso di tutta la regione“.
A tal proposito, auspicano una pressione internazionale su regimi, eserciti e istituzioni per uno sostegno “di carattere militare, finanziario, mediatico, diplomatico e strategico“. Per l’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani (IUMS) “è inconcepibile che gli eserciti nazionali, che contano quattro milioni di uomini in armi e per i quali vengono spesi 170 miliardi di dollari ogni anno, restino confinati nelle loro caserme, le loro armi arrugginiscano mentre la nazione ed il mondo crollano“. Quindi, il rifornimento di armi in Palestina non è solo un dovere legittimo, ma anche “una responsabilità islamica e umanitaria“. Quindi, il testo della fatwa ribadisce: “Lasciare Gaza, Al-Aqsa, Gerusalemme e la Palestina sole di fronte all’annientamento e la distruzione è un tradimento di Dio, del Suo Messaggero e dei credenti, ed è uno dei peccati maggiori“.