Arrivano conferme in merito al campo profughi per palestinesi, con tanto di muro, che l’Egitto starebbe costruendo vicino al confine con Gaza. Dopo le anticipazioni del Wall Street Journal un altro autorevole quotidiano americano ha riportato la notizia, leggasi il New York Times, citato dal portale online Open. Le immagini sono state pubblicate dall’Ong Sinai Foundation for Human Rights, e anche se Il Cairo smentisce gli analisti hanno pochi dubbi sul fatto che quello che sta sorgendo è un gigantesco campo profughi che avrà l’obiettivo di contenere le migliaia di palestinesi che potrebbero scappare da Rafah qualora Israele dovesse intensificare i bombardamenti a sud di Gaza.



Si tratta di un campo di grandi dimensioni in una zona desertica, distante da qualsiasi insediamento abitato e che nelle ultime due settimane è stato preparato per ospite fino a 100mila persone stando a quanto spiegato da alcuni funzionari al WSJ. Il New York Times parla di un’area di circa 5 chilometri quadrati che sarà circondata da un muro alto cinque metri, che già si intravede nel filmato che trovate più sotto.



EGITTO, CAMPO PROFUGHI PER PALESTINESI: UN’ARMA IN PIU’ PER IL CAIRO

Se la situazione oltre il confine dovesse fuggire di mano, l’Egitto si troverebbe quindi pronto ad accogliere gli sfollati, ma qualora la situazione a Gaza dovesse rimanere tutto sommato stabile, Il Cairo potrebbe disporre di un’arma in più, come scrive Open, nei colloqui con Israele, Stati Uniti ed altri partner, ovvero, la possibilità di prendersi in carico di sfollati, in cambio di fondi o eventualmente altri incentivi.

La certezza è che qualora i palestinesi dovessero giungere nel campo in Egitto, poi non potrebbero più uscire, a meno che non escano dall’Egitto, hanno fatto sapere dei funzionari egiziani, rimasti volutamente anonimi, al Wall Street Journal. Al momento sarebbero 1,5 milioni i civili che hanno trovato rifugio nella zona più a sud della Striscia, per la maggior parte ammassati in tende di fortuna, spaventati dal fatto che Netanyahu possa intensificare i bombardamenti.