Aggressione a Torino a causa del Ramadan. In strada, nel capoluogo piemontese, due egiziani sono stati aggrediti perché non rispettavano le regole del Ramadan. Ai credenti è imposto infatti di rispettare un periodo di digiuno e di non fumare. I due uomini picchiati, però, non sono musulmani, bensì cristiano copti, come ha spiegato a Repubblica la figlia di uno dei due: “Ma mio padre e mio zio sono cristiani copti, non sono musulmani. Non è la prima volta che anche in Italia veniamo aggrediti per il fatto che siamo cristiani”. L’aggressione è avvenuta lunedì pomeriggio in corso Vigevano, quasi in piazza Crispi.
La giovane, 23enne, è nata e cresciuta in Italia. La famiglia vive infatti a Torino da più di 40 anni. Il padre, che ne ha 62, è da sempre un attivista per i diritti della minoranza di cristiani copti, in Egitto oggetto di discriminazioni da parte dei musulmani. Una discriminazione che però, a quanto pare, esiste anche in Italia. La giovane ha proseguito: “Mi fa arrabbiare pensare che queste discriminazioni esistano anche qui”. A scendere in campo anche la politica: secondo i deputati della Lega Alessandro Benvenuto ed Elena Maccanti, “Non è ammissibile che in Italia non sia rispettata la libertà religiosa. La Lega denuncia da sempre come sia fondamentale l’integrazione e il rispetto delle regole nel nostro Paese, affinchè violenze simili non accadano più”.
Egiziani aggrediti a Torino: il gruppo li conosceva?
L’aggressione dei due uomini egiziani è avvenuta in pieno giorno, in piazza. Il padre della ragazza, di 62 anni e lo zio di 70 erano fermi e stavano fumando una sigaretta: “Stavano aspettando mia madre – racconta la 23enne – Mio zio stava fumando una sigaretta e questo gruppo di passaggio, stranieri ma non saprei dire di che nazionalità, ha cominciato a insultare e imprecare. Mio padre allora si è girato e ha chiesto loro se si stessero rivolgendo a lui e a mio zio. Loro hanno risposto di sì, dicendo che non era da buoni musulmani fumare”.
I due hanno dunque spiegato di non essere musulmani ma di avere un’altra fede, quella cristiano copta. Dopo la loro confessione, la violenza del gruppo è aumentata: i due egiziani sono stati aggrediti a calci e pugni. Entrambi sono poi stati portati al Giovanni Bosco per diverse contusioni. La giovane ha spiegato che il papà e lo zio non conoscono gli aggressori: “Ma forse quel gruppo di persone aveva già notato i miei familiari, mio zio vive in zona, mio padre è conosciuto nella comunità per il suo lavoro come attivista. Entrambi indossano croci cristiane abbastanza evidenti”. La giovane prosegue a la Repubblica: “Abbiamo già avuto dei problemi in passato. A me è capitato in centro, ero con le mie amiche, siamo state avvicinate da un uomo con un bambino piccolo che ha iniziato a insultarci chiamandoci impure e dicendo che eravamo vestite come prostitute perché indossavamo abiti occidentali. Era successo sempre nel periodo del Ramadan. Il marito di un’amica di mia madre è stato aggredito perché stava mangiando durante il mese di digiuno che lui ovviamente non rispetta essendo di un’altra religione”. Nei prossimi giorni, i due sporgeranno denuncia.