Eitan Biran, il bambino sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, nella quale ha purtroppo perso i genitori e il fratellino Tom, di 2 anni, è, come noto, al centro di una contesa vera e propria tra le due famiglie, quella paterna e quella materna. A “Storie Italiane” è stata trasmessa l’intervista esclusiva realizzata allo zio paterno del bambino, residente in Lombardia: “Anche se la famiglia israeliana ha fatto richiesta di affidamento, il tribunale competente è quello italiano. Dimostrino al tribunale che hanno i requisiti, soprattutto psicofisici, per adottare il bambino. Sembra che abbia subìto un tremendo lavaggio del cervello”.
E, ancora: “Il bambino non parla chiaro, quando parla ripete lo stesso mantra. ‘Potete venire a visitarmi, ma solo su appuntamento e non tutto assieme’. Sta già subendo dei danni, quello che gli stanno facendo è un danno tremendo”. La zia materna, peraltro, sarebbe venuta a trovare Eitan nel nostro Paese dopo l’incidente “al massimo tre volte. Poi è tornata in Israele e non ha più chiesto neanche una volta di parlare con Eitan. Noi ci aspettiamo di riportarlo a casa, niente di più e niente di meno, questa è la cosa che dobbiamo fare”.
EITAN: LA VERSIONE DELLA FAMIGLIA MATERNA
Lo zio materno, raggiunto in Israele dalle telecamere Rai, ha replicato così a queste parole: “Io ho perso in quell’incubo del Mottarone la mia famiglia. Il giudice dei minori di Tel Aviv sarà chiamato a decidere sul caso (domani, ndr). Il nostro obiettivo è che Eitan possa crescere e stare a casa sua, qui, in Israele. Non so se mio padre sia stato aiutato da qualcuno nel portare via il bambino dall’Italia, ma posso assicurare che non sarà toccato neanche un soldo di Eitan”.
Gli ha fatto eco la nonna materna del piccolo: “Ha festeggiato tre compleanni, continua a chiedere regali, dorme con mia figlia Gali. Le cugine italiane gli mancano, ma può vederle anche qui. I suoi genitori sarebbero dovuti tornare in Israele il 22 giugno prossimo. Sono contenta per me e la mia famiglia di avere un doppio passaporto anche italiano, ma io sono ebrea e italiana, voglio che mio nipote cresca qui seguendo le tradizioni del suo popolo”.