La vicenda del piccolo Eitan, l’unico superstite della strage del Mottarone, è stata affrontata nell’ultima puntata di Lombardia Nera, la trasmissione in onda su Antenna 3. Dopo il rapimento del nonno che lo ha portato in Israele, il piccolo ha dovuto vivere nuovi momenti stressanti. Il tribunale ha dato ragione alla zia che vive in Italia, ma i nonni del piccolo in Israele sono tornati in tribunale accusando la zia paterna: “Non ci ha riconsegnato il nipote”. La denuncia sarebbe stata già avanzata al tribunale di Tel Aviv La vicenda appare dunque ancora tutta da ridiscutere.



La nonna materna, intanto, ha parlato di “disastro nazionale” e promette battaglia, come ha già fatto nei giorni precedenti, in attesa della sentenza, quando ha dichiarato: “Abbiamo perso 5 persone della nostra famiglia. L’Italia ha ucciso mio padre, mia figlia, mio nipote, non posso perdere anche lui, cosa mi resta?”. Secondo la legge israeliana i Peleg hanno 7 giorni per appellarsi alla decisione del tribunale durante i quali il futuro del bambino resta sospeso. Intanto prosegue la guerra tra le due famiglie: nonni contro zii.



Eitan, nonni tornano in tribunale: è guerra aperta tra le due famiglie

La questione resta ancora molto complessa e vede le due famiglie farsi la guerra probabilmente non solo per Eitan ma anche per questioni economiche, come osservato dall’avvocato Musicco a Lombardia Nera. Pare infatti che il bisnonno morto durante la tragedia del Mottarone fosse benestante e che il piccolo sia l’unico erede. Non si esclude quindi che la guerra in atto sia proprio per accaparrarsi la presunta eredità e del risarcimento del danno oltre alla raccolta fondi. “Questo potrebbe essere il movente che ha inasprito gli animi”, ha spiegato il legale.



L’ultima mossa del nonno, che ha denunciato la zia per la mancata consegna del nipote entro l’orario prestabilito, pare che non basterà a ribaltare la sentenza del tribunale di Tel Aviv. Tuttavia c’è il ricorso che invece potrebbe ribaltare tutto in Appello. Eitan, intanto, da ormai un mese si trova in Israele e secondo la psicologa Anna Maria Casale, questo non potrà che avere una influenza ulteriormente negativa sulla vita del piccolo. “Il ricorso potrebbe ribaltare tutto”, ha ribadito l’avvocato Musicco intervenendo in trasmissione.