Il nonno del piccolo Eitan è finito agli arresti domiciliari in Israele. Come riportato da La Repubblica, Shmuel Peleg, nonno materno del bambino israeliano sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone, è stato interrogato a lungo dalla polizia israeliana sulle accuse di “aver rapito e portato in Israele il nipote”. Dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti, l’uomo è stato messo agli arresti domiciliari fino a venerdì. Gli è stato anche trattenuto il passaporto per scongiurare il rischio che lasciasse il Paese. Da quanto emerso, il nonno di Eitan avrebbe agito non da solo ma avvalendosi del sostegno di una rete di persone che, a vario titolo, per interessi di tipo affettivo e forse anche economico, lo ha aiutato a portare il nipote in Israele compiendo quello che, per i suoi legali, è stata “un’azione d’impulso“, per la Procura di Pavia un “sequestro di persona” bello e buona, aggravato dalla tenera età della vittima.



EITAN, AI DOMICILIARI IN ISRAELE IL NONNO MATERNO

Al sequestro, a detta degli inquirenti, avrebbe preso parte in qualche modo anche la nonna materna, ovvero Ester “Etty” Peleg. Non a caso la donna è stata iscritta a sua volta nel registro degli indagati, dove già compariva il nome del suo ex marito, il 58enne Peleg, ingegnere esperto di telecomunicazioni. Nel frattempo la zia Aya Biran, nominata dal tribunale tutrice legale del bambino, e suo marito Or Nirk non si arrendono. Quest’ultimo, intervistato dall’emittente N12, ha usato parole molto dure nei confronti dei nonni materni: “La famiglia Peleg tiene Eitan come vengono detenuti i soldati israeliani nelle prigioni di Hamas”. Fonti legali vicine alla famiglia della mamma di Eitan rassicurano sul fatto che il piccolo Eitan “sta bene“. Intanto in serata l’ambasciata israeliana ha dichiarato: “Ci occupiamo del caso Eitan in collaborazione con l’Italia“.

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