Il mondo dello sport e in particolare quello del pattinaggio è sconvolto dalla notizia della morte di Ekaterina Alexandrovskaya. Stiamo parlando della giovanissima star del pattinaggio, campionessa del mondo juniores a Taipei nel 2017 in coppia con l’australiano Harley Windsor. Lo scorso sabato, a soli 20 anni, si è uccisa lanciandosi da una finestra del suo appartamento di Mosca. Ad annunciarlo un breve comunicato dell’agenzia Tass che ha svelato che nel monolocale della pattinatrice la polizia ha trovato un biglietto con una sola parola: «Amore». Un gesto drastico e drammatico quello della Alexandrovskaya, che dal 2017 rappresentava l’Australia, cosa resa possibile dalla mediazione di Nina Mozer, una delle più celebri allenatrici russe.



Ekaterina Alexandrovskaya, dal misterioso infortunio al suicidio

È allora che ha avuto inizio la collaborazione con Harley Windsor, durata circa 3 anni durante i quali hanno cambiato più volte allenatore e nazione, girando tra Mosca, Sidney e Montreal. Ma questa proficua collaborazione si è interrotta a causa di un clamoroso colpo di scena. Ekaterina nel 2019 viene fermata da un infortunio, mai tuttavia chiarito, che porta allo scioglimento della coppia. Alla fine entrambi gli atleti hanno poi lasciato il pattinaggio. “Nessuna parola può descrivere – ha scritto Windsor su Instagram – come mi sento in questo momento: sono devastato e sconvolto. Ciò che abbiamo raggiunto durante la nostra collaborazione è qualcosa che non potrò mai dimenticare e che mi terrò sempre vicino al cuore. Riposa in pace Katia”.

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