Un paio di anni fa vi avevo presentato per la serie “Storia in pellicola” il film del 1961 El Cid con Sophia Loren e Charlton Heston nei panni dell’eroe cristiano spagnolo che combatté e vinse gli antenati dell’Isis.
Un film kolossal con attori all’apice della carriera, Charlton Heston e Sophia Loren. L’interprete de El Cid aveva vinto l’Oscar l’anno prima con Ben Hur e aveva impersonato nel 1956 Mosè ne I Dieci Comandamenti di Cecil De Mille. La nostra Sophia vinse l’Oscar l’anno dopo, nel 1962, con La Ciociara, film uscito in Italia a fine 1961 e negli Usa nel’62. Ora Amazon Prime Video ha sulla sua piattaforma da metà dicembre le prime cinque puntate della serie El Cid, che dovrebbe continuare se avrà successo tra il pubblico. Nelle vesti dell’eroe, in maniera furbina, c’è l’attore Jaime Lorente, protagonista de La casa di carta. Mossa intelligente visto il successo della medesima.
Piccolo excursus, nel 2003 e stato prodotto un film a cartoni animati per i bambini, El Cid – La leggenda, di produzione spagnola, molto sdolcinato, sembra una favola, con una tecnica di animazione e grafica non certo all’altezza delle pellicole simili del tempo. Può essere comunque per i più piccini un’introduzione alla figura epica di El Cid. Eroe bistrattato dai detrattori che lo liquidano come un mercenario tra farsa e leggenda, ma che invece in Spagna è considerato alla stregua di un santo, dove la sua tomba è venerato nella cattedrale di Burgos.
Passiamo ora alla serie di Amazon. Grande produzione con dispiego di mezzi e di risorse enormi. Un attore che ha conquistato il pubblico con La casa di carta, Jaime Lorente, famoso, non bello alla Brad Pitt, e questo è positivo, perché emerge la sua caratterizzazione del personaggio. Discutibile però il taglio di capelli. Come dicevo, la storia di El Cid Campeador è epica e perciò sarebbe stato facile scrivere una sceneggiatura degna dell’eroe, ripercorrendo la storicità dell’epoca, la situazione politica e culturale. In parte questo è stato fatto, vedi Cristianesimo/Islam, le tattiche militari, la differenza tra i sudditi e i regnanti, la situazione in cui versava la figura femminile. In questi primi cinque episodi vengono presentati tutti personaggi, abbiamo grandi azioni di battaglia, gli incontri/scontri con i mori buoni e cattivi e l’ascesa della fama di El Cid.
La caratterizzazione della recitazione forse è un po’ troppo legnosa, in alcuni momenti mi ha ricordato le telenovelas sudamericane, e non a caso è molto chiacchierato e verboso. Emerge perciò soprattutto una situazione d’intrighi costante, vendette, relazioni amorose che sbilanciano il racconto. In certi momenti mi sembrava di vedere la soap Beautiful ambientata in Spagna nella metà dell’anno mille e non il contesto politico dell’epoca e la figura del nostro appare non marginale, ma infoibata da questi eventi.
Per gli esteti c’è per fortuna la parte guerre/azione che funge, ma ci sta, un po’ da specchietto per le allodole. Scene di battaglie e di duelli girate alla grandissima, con una buona fotografia che tiene conto dei luoghi, del colore del cielo e della terra.
Per ora però non è convincente. È vero che la figura di El Cid sta iniziando a emergere, ma vi è una sproporzione per essere arrivati alla quinta, la vera figura del nostro eroe non emerge e si perde nella totalità della trama. È solo il moresco buono che intravede in lui un predestinato come segno divino. E anche la Chiesa non ne esce ben rappresentata. Vedremo il proseguimento della serie.