Elaborazione del lutto digitale: la morte tra sfera privata e pubblica
Elaborare il lutto è uno degli aspetti che possono rivelarsi più complessi e faticosi nella vita umana. Perdere un caro, un amico o anche un partner getta nello sconforto più totale, soprattutto durante i primi giorni di lutto. La psicologia ci insegna che l’elaborazione del lutto passa attraverso cinque fasi: negazione, rabbia, negoziazione, depressione e accettazione, mentre non c’è nessun tempo standard nel quale avvengono queste cinque fasi. Lo sviluppo del digitale e lo spostamento della vita privata nella pubblica piazza rappresentata dai social muta l’elaborazione del lutto.
In precedenza, il ricordo di un caro defunto poteva passare attraverso pochi supporti analogici che con il tempo si sono andati un pochino perdendo. Si pensi al grandissimo quantitativo di fotografie che i parenti più anziani gelosamente custodiscono come cimeli immutabili di un tempo passato e che non tornerà mai più. L’abitudine di stampare le fotografie si sta piano piano perdendo, in un contesto in cui archiviare delle fotografie su un supporto digitale è del tutto gratuito. Analogamente, anche il numero di telefono del defunto rimane attivo, per parecchio tempo, permettendoci di aggrapparci anche a quelle tracce scritte che rimarranno per sempre con noi, nel nostro cellulare.
Elaborazione del lutto digitale: cos’è l’online mourning?
Nell’elaborazione del lutto digitale ci sono, insomma, una serie di pratiche leggermente diverse rispetto al passato, ma che in fin dei conti vanno a sostituirle. Possiamo custodire con cura maniacale l’ultimo messaggio vocale di quel caro, piuttosto che l’ultimo messaggio in segreteria, ed anche tutte quelle foto mosse, sfocate o brutte che in passato venivano cancellate e mai stampate, ma che per molti sono sinonimo di autenticità. La chat di whatsapp rimane attiva finché il numero non viene disattivato dall’operatore, ed è piuttosto comune che la si usi per simulare un contatto con quella persona che ci manca, raccontando al vuoto la nostra giornata, o usandola per sfogarci davanti ad un problema.
I social, invece, hanno “creato” una nuova sorta di elaborazione del lutto che esce dal contesto privato, un tempo ritenuto l’unico nel quale si potesse e dovesse esprimere il proprio lutto. La pratica prende il nome di online mourning, che altro non è che la condivisione del lutto nel mondo digitale. Si passa dalla pubblicazione di immagini in memoria di quella persona, magari una volta all’anno o anche al mese, allo scrivere sulle bacheche infinti muri di testo per esprimere l’importanza che quella persona ricopriva, ma anche il dolore della sua scomparsa.
Elaborazione del lutto digitale e pubblica: tra ipocrisia ed accettazione
Per molti l’online mourning si traduce in ipocrisia, vedendone un comportamento fine solamente ad attirare l’attenzione di un pubblico, che magari manifesterà il suo dispiacere. Ma non si tratta realmente di un fatto negativo, perché fintantoché qualcuno, attraverso la condivisione pubblica del proprio lutto, riesce ad elaborarlo e superarlo, allora non sta facendo nulla di male, se non percorrere la tortuosa strada dell’elaborazione del lutto superando i tabù che l’hanno sempre accompagnata.
D’altronde è altrettanto noto che i social e il digitale, in alcuni casi anche la sicurezza dell’anonimato, permettono alle persone di esprimersi con maggiore libertà e semplicità. Chissà che l’online mourning sia un ottimo meccanismo di elaborazione del lutto per tutte quelle persone che faticano a superarlo nella tranquillità della propria sfera privata, o ancora per tutti coloro in lutto per aver perso l’unica persona che avevano nella loro vita. Bisogna d’altronde ricordare che il lutto e la sua elaborazione non sono per tutti uguali e quella condivisione digitale potrebbe essere solo un passo nel complesso percorso che porta una persona a colmare e riempire un vuoto, il più delle volte piuttosto grosso.