SI VA VERSO L’ELECTION DAY IN PRIMAVERA?
Esulta Matteo Salvini dopo la decisione della Corte Costituzionale di ammettere 5 dei 6 quesiti presentati da Lega e Radicali sui referendum della giustizia: in conferenza stampa dal Parlamento, il leader del Carroccio lancia un appello al Governo (e pure al Centrodestra) di convergere verso un unico Election Day in primavera con Referendum ed Elezioni Amministrative.
«Se vogliamo – dice Salvini – si possono risparmiare 200 milioni di euro e si possono accorpare i referendum alle elezioni amministrative, ma comunque deciderà il governo»; secondo il leader della Lega, i 5 quesiti sulla giustizia (ovvero, incandidabilità, misure cautelari, separazione funzioni di magistrati, elezione togati CSM ed equa valutazione dei magistrati) saranno una grande possibilità per inserire la giustizia «nel piano di riforme del Governo Draghi». L’ex Ministro rivendica, «Stiamo facendo tante riforme. Una giustizia più giusta, più libera, più veloce serve al Paese. Questi referendum da oggi sono patrimonio di tutti», Salvini si dice convinto, i 5 quesiti referendari ammessi dalla Consulta non sono “della Lega” o “dei Radicali”, bensì «sono cinque referendum degli italiani per l’Italia. Grazie a chi ha permesso di arrivare a questo straordinario risultato. Da oggi parte la creazione di comitati per il sì liberi e senza colori partitici».
LA REAZIONE DI SALVINI DOPO I REFERENDUM BOCCIATI DALLA CONSULTA
In primavera, con l’ipotesi di un unico Election Day che unisca le Elezioni Comunali in migliaia di comuni italiani al referendum, «ci sarà un’occasione storica di cambiamento epocale, attesa da 30 anni. A decidere saranno solo gli italiani. Non la politica, non le correnti, gli italiani. Ringrazio tutti coloro che hanno permesso di arrivare a questo fantastico risultato, da oggi parte la creazione di comitati per il sì, liberi, senza colorazioni e senza partiti», ribadisce Salvini in conferenza stampa. Tornando invece su quesiti che non sono stati ammessi dalla Corte Costituzionale – ovvero quello sull’eutanasia legale, sulla cannabis legalizzata e sulla responsabilità civile diretta dei magistrati – c’è l’amarezza in Salvini perché siano stati stoppati: «Mi spiace che alcuni referendum non siano stati ammessi, sia su eutanasia che su droghe avrei votato contro, ma la Corte avrà avuto i suoi motivi». Dopo lo “strappo” di Giorgia Meloni che ha deciso di votare No per i quesiti sull’abolizione della Legge Severino e sulle limitazioni delle misure cautelari, il leader della Lega lancia un altro appello per l’unità del Centrodestra, divenuta sempre più complessa dopo la “traumatica” partita del Quirinale: «I referendum sono conquiste liberali, moderate e anche di centrodestra, sarebbe bello allora che su questo si ricreasse un centrodestra che guarda avanti. La coalizione darebbe bella prova di sé a fare una campagna compatta».