La vicenda dell’elemosiniere del Papa, cardinal Konrad Krajewski, che ha riattaccato la luce a 400 occupanti abusivi di uno stabile in Roma, sembra aver spaccato letteralmente in due l’opinione pubblica. Molti coloro che hanno puntato il dito nei confronti dello stesso porporato, colpevoli a loro modo di vedere di aver comunque infranto la legge anche se per una causa nobile, ma nel contempo sono altrettanti coloro che hanno apprezzato il gesto del monsignore, schierandosi al suo fianco. Di questa seconda schiera fa ovviamente parte Famiglia Cristiana, settimanale di ispirazione cattolica, il cui direttore Don Antonio Rizzolo, ha parlato così ai microfoni di Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: «L’elemosiniere del Papa – spiega – ha agito direttamente perché a livello istituzionale non sono arrivate risposte. Prima vengono le persone, poi a livello normativo le cose si possono aggiustare». Don Antonio punta il dito nei confronti dello Stato, sottolineando come la Chiesa faccia anche quello che dovrebbe “fare lo Stato e in realtà non fa”. Secondo il direttore di Famiglia Cristiana, è più facile criticare che agire: «Il critico fa le pulci a ogni cosa, però lui non è in grado di fare nulla né di agire, è un modo per difendere se stesso». Don Antonio si augura che dopo l’azione della Chiesa ora si trovi il modo per far si che gli occupanti dello stabile possano rimanere nelle loro abitazioni, pagando le utenze: «La Chiesa ha agito, ora bisogna trovare il modo per ripristinare la legalità che non vuol dire semplicemente pagare le bollette arretrate». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ELEMOSINIERE DEL PAPA: CORRENTE A 400 ABUSIVI

Continua a tenere banco la vicenda dell’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, che ha riallacciato la corrente all’edificio occupato, ridando la luce, nel vero senso della parola, a 400 persone. Sulla questione si sono espressi in molti, tanti coloro che hanno apprezzato il gesto, ma nel contempo sono diversi quelli che l’hanno condannato, a cominciare dal ministro dell’interno, Matteo Salvini, che come riportato dall’edizione online de Il Messaggero, ha ammesso: «Se in Vaticano vogliono pagare le bollette a tutti gli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente. Sostenere l’irregolarità non è mai un buon segnale: la proprietà privata è sacra. Ognuno fa quello che vuole – ha aggiunto – io da ministro dell’Interno garantisco le regole». Alzata di scudi nei confronti del cardinale, a cominciare ovviamente dagli occupanti, pronti ad autodenunciarsi se qualcuno dovesse prendersela direttamente con lo stesso Krajewski. La comunità di Sant’Egidio ha poi aggiunto: «Di solito chi attacca il Papa va a sbattere».



ELEMOSINIERE DEL PAPA RIATTACCA CORRENTE

Nel frattempo è scattata l’inchiesta per capire nel dettaglio cosa sia successo, anche perché gli inquirenti avrebbero dei seri dubbi in merito al fatto che sia stato proprio il cardinale a togliere i sigilli materialmente dalle allacciature. Le indagini sono in corso ma non è da escludere che il porporato possa godere di immunità parlamentare pur avendo agito al di fuori dei confini del Vaticano. L’esposto in procura potrebbe riguardare non tanto l’azione illecita di violazione dei sigilli, quanto il fatto che il “ri-allacciamento” sia avvenuto senza rispettare le procedure di sicurezza, di conseguenza i 400 occupanti dello stabile potrebbero ritrovarsi in una situazione di pericolo. Proprio per questo motivo sembra difficile pensare che il cardinale abbia agito da solo: ha competenze tecniche per riallacciare la corrente di un palazzo? Difficile da crederlo, sono attese novità nei prossimi giorni.

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