Il palazzo occupato a Roma di via di Santa Croce in Gerusalemme è tornato con prepotenza sulle cronache nazionali dopo che domenica scorsa i referenti delle Sardine si sono riuniti con il fondatore Mattia Santori per stilare il primo “programma” politico di un movimento che continua a definirsi un non-partito. In particolare, le Sardine si sono riuniti all’interno del “centro culturale” Spintime Labs che rientra negli stessi locali occupati da anni da più di 400 famiglie “morose” per quanto riguarda la corrente elettrica. Ebbene, nel maggio scorso l’Elemosiniere di Papa Francesco – Cardinal Konrad Krajewski – ruppe i sigilli immessi dalle autorità che avevano staccato la corrente e riattaccò il generatore, lanciando una sfida al Comune e all’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini: «mi occupo io delle bollette, seguo il Vangelo e qui lo Stato è assente. Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’ è problema. Non voglio che diventi una cosa politica, io faccio l’ elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini». Il “caso” si riapre però in questi giorni con i reportage di Messaggero e La Verità che sostengono quanto in quei locali ad oggi nessuno abbia pagato il maxi-debito contratto in anni di abusivismo.
L’ELEMOSINIERE, LE SARDINE E IL PALAZZO OCCUPATO
«Nessuno ha pagato il maxi debito, ma soprattutto non è più possibile registrare i consumi elettrici mensili: il contatore, infatti, è stato blindato con una catena e ai tecnici di Acea viene impedito di visionare gli effettivi consumi», spiegano i colleghi del Messaggero, mentre per La Verità Francesco Borgonovo oggi sottolinea come la stessa Acea (multiutility dei servizi di Roma Capitale) non abbia mai ricevuto i pagamenti di quel debito. Non solo, i centinaia di migliaia di euro dovrebbero poi essere versati a Hera, un’altra multiutility con sede a Bologna: ad approfittarne così vi sono oltre le famiglie morose anche il movimento antagonista “Action” che dentro i locali di Via Santa Croce in Gerusalemme organizza una discoteca molto frequentata oltre a diverse attività ludiche. Secondo Il Messaggero inoltre, «l’ occupazione del palazzo romano garantiva ad Action un flusso di denaro superiore a 250.000 euro l’ anno, tra parte ludica e affitti versati dai 450 occupanti. Anche qui, tutto in nero». Un centro ricreativo sociale a piena regola, ma senza il rispetto base delle regole come il pagamento di tasse e bollette: perché le Sardine hanno scelto quel posto allora? Lo spiega Santori «Conoscevamo la situazione e la storia di questo immobile, ma abbiamo deciso di presentarci qui proprio perché vogliamo stare dalla parte dei più deboli». Il “giallo” permane, nell’attesa della replica dell’Elemosiniere Krajewski accusato di non aver pagato le bollette promesse dopo quel suo gesto “di protesta”.