Elen Ellis contro Sonia Bruganelli sulla questione raccomandazioni: l’attacco

Le dichiarazioni di Sonia Bruganelli sulla scelta di Sophie Codegoni come nuova “Bonas” di Avanti un altro stanno ancora facendo discutere. La moglie di Paolo Bonolis, attraverso alcune Instagram stories condivise sul proprio profilo, ha spiegato per quale motivo il provino dell’ex tronista ed ex gieffina abbia prevalso sugli altri. Rigetta ogni accusa di raccomandazione e, anzi, attacca chi ritiene che la Codegoni sia stata scelta a priori perché già famosa: “Molti di voi sono fautori di un’Italia dove non esiste la meritocrazia ma solo il clientelismo.



Sulle discusse dichiarazioni della Bruganelli è intervenuta anche Elen Ellis, designer, stylist e blogger. Attraverso alcune Instagram stories ha commentato la vicenda, ritenendo al contrario come il nostro Paese abbia un elevato grado di raccomandazione: “Ha detto una cosa su cui non sono assolutamente d’accordo. Si parla di raccomandazioni e del fatto che secondo alcuni l’Italia sia un Paese meritocratico, cosa che io non penso assolutamente: penso che la maggior parte delle persone che va avanti sia raccomandata. Non c’è niente di male, ma ammettiamolo“.



Elen Ellis: “Qualcun altro decide se tu vali o no

Elen Ellis ritiene dunque che, in numerosi lavori e nelle carriere di numerose persone, spesso l’impegno e il talento non vengono premiati a dovere: “E vi dirò un’altra cosa: nella maggior parte dei lavori è qualcun altro che decide se tu vali o no, se è giusto che tu vada avanti e abbia una possibilità o no. Quindi avete rotto le pa**e che la gente rosica. Io rosico perché penso di essere molto più brava, avere molta più personalità ed essere molto più intelligente e in gamba di molte altre. Lo posso dire? Lo dico“.



Una presa di posizione netta e ben precisa, spiegata e raccontata con estrema schiettezza e che riapre l’annosa questione legata alle raccomandazioni. Questione sollevata proprio ieri da Sonia Bruganelli, che ritiene al contrario come in Italia non sempre esista il clientelismo, ma anche e soprattutto la meritocrazia.