A La Vita in Diretta Estate, la mamma di Elena Aubry, la ragazza morta un anno fa sull’Ostiense dopo un incidente motociclistico. La mamma Graziella ha sempre puntato il dito nei confronti della pessima manutenzione stradale della via dove è morta la figlia: «Elena sapeva guidare molto bene la moto – ha raccontato al programma Rai – per essere caduta e morire doveva essere successo qualcosa di strano. Ha perso il controllo della moto, la prima cosa che ho chiesto alla polizia e se c’era qualcosa di sbagliato che avesse fatto». Una tragica fatalità quanto avvenuto quella domenica mattina, 6 maggio 2018: «Era una domenica mattina, ero stata chiamata da degli amici per andare fuori a pranzo, dovevo andare a Ostia e ho percorso proprio l’Ostiense. Due ore dopo la morte di mia figlia io stavo percorrendo senza saperlo quella strada». Una volta appresa la notizia della morte della figlia, Graziella ha chiesto di essere portata sul luogo della morte: «Ho chiesto alla polizia di portarmi dove era morta mia figlia, essendo un architetto penso di poter capire se una strada sia sicura o meno, immediatamente ho visto una situazione di manutenzione stradale indecente. Una cosa micidiale per qualsiasi motociclista». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ELENA AUBRY, MORTA PER COLPA DELLE BUCHE

Il caso di Elena Aubry torna d’attualità. Quest’oggi verrà trattato nella trasmissione di Rai Uno “La Vita in Diretta Estate”, a circa 24 ore dalla possibile svolta in merito alle indagini della morte della 25enne romana, deceduta a maggio di un anno fa. La giovane si trovava in sella alla sua moto Honda Hornet 600, una cosiddetta “naked” una “nuda”, quando è caduta sulla via Ostiense a Roma: un incidente purtroppo fatale che le è costato la vita. A poco più di un anno da quei tragici eventi, la procura capitolina ha potuto accertare che Elena abbia perso il controllo del proprio mezzo a due ruote a causa di un avvallamento della strada. Nella giornata di martedì 18 giugno, si è tenuto un sopralluogo sulla strada incriminata, dove è stata individuata una “mattonella” che corrisponderebbe al punto esatto dove la Aubry è caduta. I testimoni sono tutti d’accordo, compresoa la testimone mancante, l’infermeria di cui si erano perse notizie e che per prima aveva soccorso la povera Elena.



ELENA AUBRY MORTA PER COLPA DEGLI AVVALLAMENTI STRADALI

Grazie a tale svolta viene escluso totalmente il coinvolgimento di altri veicoli nella caduta della moto della ragazza, e di conseguenza, a finire “sotto processo” sono la manutenzione del manto stradale capitolino e gli organi preposti. Come riferisce l’edizione Roma di Fanpage, si attende a questo punto che il magistrato formalizzi l’accusa di omicidio colposo nei confronti di coloro che avevano il dovere di occuparsi della manutenzione della strada, ma che non l’hanno fatto. Grazia Viviano, la mamma di Elena Aubry, ha parlato a Fanpage dicendo: «Cerco giustizia non vendetta fare giustizia infatti vuol dire riconoscere che Elena non doveva morire, che quella strada era mal tenuta e che ciò che è successo a mia figlia non deve accadere più a nessun altra persona. Dopo Elena vorrei che si mettesse un punto e si andasse a capo, vorrei che in Italia non mantenere le strade in condizioni adeguate diventi un reato perseguibile penalmente. Un cambiamento che venga recepito come una priorità». Affinché il cerchio possa chiudersi si attende che la “mattonella” individuata coincida con la perizia in 3D, dopo di che dovrebbero scattare le denunce.

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