Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, a Dritto e Rovescio, ha voluto lanciare un messaggio: “In questi giorni si è parlato molto di Filippo Turetta e in tanti lo hanno additato come un mostro, come un malato. Non è così. Il mostro è un’eccezione alla società, un qualcosa che esce dai canoni. Lui invece è un figlio sano dalla società patriarcale, che è pregna della cultura dello stupro. Un insieme di azioni volte a limitare la libertà della donna. Il controllare un telefono, il cat calling, l’essere possessivi. È un sistema che beneficia tutti gli uomini. Non tutti gli uomini sono cattivi, si dice. È vero. Ma tutti questi carnefici sono uomini”.



È per questo motivo che l’appello è proprio agli uomini. “Tutti devono essere attenti, anche richiamando gli amici e i colleghi che attuano questi comportamenti. È importante essere ostili. Anche se possono sembrare delle banalità e non vengono presi in considerazione, sono il preludio di un femminicidio. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. È un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela. È necessario prevedere l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, in modo da prevenire. I centri anti violenza vanno finanziati, affinché le vittime possano essere aiutate. Non fate un minuto di silenzio, bruciate tutto. Rivoltate questo sistema. Fate in modo che Giulia sia l’ultima”. 



Elena Cecchettin: “Giulia era esausta di Filippo, era ossessivo”. L’appello

Elena si rammarica di non essersi accorta dei campanelli d’allarme che Giulia Cecchettin aveva lanciato. “Era sempre più esausta, sfinita. Era arrivata a dirmi che avrebbe voluto che lui sparisse, voleva non parlarci più. Non ne poteva più, stava raggiungendo il limite. Io da parte sua vedevo sempre lo stesso tipo di tedio, non ho visto dei cambiamenti. Era ossessivo da sempre. Non conosco le dinamiche precise perché mia sorella me ne parlava in maniera superficiale. Non mi aveva raccontato nell’ultimo periodi episodi di particolare rilevanza, ma ho scoperto che c’erano stati. Le amiche di Giulia mi hanno detto che dopo un episodio di qualche settimane fa lei aveva ammesso di avere paura, ma aveva minimizzato e non aveva raccontato i dettagli. Voleva sempre difenderlo”.



Nessuno, tuttavia, pensava che Filippo Turetta sarebbe arrivato ad ucciderla. “Io sapevo solo che era molto possessivo e a me questa cosa non è mai piaciuta. Ho cercato di mettere in guardia mia sorella. Non tutte le persone possessive però diventano assassini. Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così. Io speravo di essere esagerata nel preoccuparmi. Non avevo paura che sarebbe stata ammazzata, pensavo semplicemente che a livello mentale questa relazione non la facesse stare bene. Io volevo solo proteggerla”, ha concluso.